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Apple contro Free The Nipple: via i capezzoli da Instagram

Qual’è il limite del pudore online? Secondo il movimento femminile “Free The Nipple”, che ha lanciato la campagna di sensibilizzazione attraverso l’hashtag #freethenipple, le immagini su Internet dove sono visibili i capezzoli femminili non sono da considerarsi pornografiche.

Di recente questo “No” all’eccessiva censura online è esploso su Instagram, che però ha deciso eliminato le immagini in cui erano completamente visibili seni femminili. Il motivo? Apple non era dello stesso parere del movimento #freethenipple, almeno non su Instagram.

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Nudi artistici, non volgari immagini pornografiche o ragazze senza déshabillé. Purtroppo però Instagram è classificata su App Store nella fascia di età consigliata 12+, e Apple vieta espressamente contenuti espliciti in software che non siano indirizzati ad utenti di almeno 17 anni.

Contro queste eccessive misure di censura, e alla campagna #freethenipple su Instagram, avevano partecipato diverse personalità dello spettacolo, tra cui Chelsea Handler, Miley Cyrus, Chrissy Teigen, Cara Delevingne e Naomi Campbell. Tuttavia Instagram ha rimosso comunque gli scatti in questione.

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Un limite, quello dell’età, che è solo una trovata per avere un più ampio bacino d’utenza, ma ora sta facendo discutete non poco sul confine tra l’osceno e l’arte sul web. Pensiamo infatti alle molte modelle, ai fotografi, o agli artisti pluripremiati e seguiti che fanno di Instagram la vetrina per le loro opere, e vedono additarsi l’etichetta di “indecenti”.

Oltretutto c’è da dire che la scusa dell’età regge fino ad un certo punto per Apple: ad esempio su Twitter, che è consigliata dai 4 anni in su, ci sono veri e propri profili pornografici che pubblicano materiale decisamente piccante, ma l’app non è stata mai incriminata per i suoi contenuti come Instagram.

Questo sta diventando un caso dove l’eccessiva premura nel proteggere i minori da contenuti potenzialmente dannosi prende direzioni assurde e fa acqua da tutte le parti. Questo senza contare che oggi l’accesso a contenuti pornografici è semplice per tutte le età, e l’industria dei film per adulti non ha certo bisogno di passare per i social network a scombinare la morale comune per farsi conoscere.

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