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Ospedale Bambino Gesù: attivo un call center neuropsichiatrico 24 ore su 24

bambino problemi

«Il mio bambino ha due anni e si isola, non parla, non interagisce con nessuno. In famiglia mi prendono per matta, dicono che esagero, ma io so che c’è qualcosa che non va. Ho bisogno di capire che succede». «Mia figlia ha una crisi violenta. Piange e urla che ci odia. Si è chiusa in camera, prende a pugni il muro e ho il terrore che si tagli i polsi…aiutatemi». Per ricevere aiuto immediato in situazioni simili, nel reparto di Neuropsichiatria infantile dellOspedale pediatrico Bambino Gesù è attivo, 24 ore su 24, il call center 06/68592265.

Un team di cinque esperti risponderà ogni giorno della settimana, per tutto l’anno, compreso il periodo estivo, per dare una prima risposta ai problemi di natura psicologica e psichiatrica di bambini e ragazzi. Sono delle vere e proprie consulenze cliniche telefoniche, interventi psicologici basati sull’ascolto competente del problema e sulla gestione della situazione attraverso strumenti e tecniche scientificamente validate.

Un team di cinque esperti risponderà al telefono 24 ore su 24, 7 giorni su 7

In base alle informazioni ricevute, lo psicologo che risponde alla telefonata valuta la soluzione più adatta a seconda della gravità del caso: può fornire consigli all’interlocutore ritenendo concluso l’intervento, suggerire una visita con un neuropsichiatra infantile per ulteriori approfondimenti o, nei casi più urgenti, disporre l’invio al pronto soccorso del bambino o del ragazzo in preda a una crisi o in condizioni di particolare sofferenza psichica.

Per Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù, il servizio è rivolto a tutti i genitori che hanno difficoltà a gestire i comportamenti del proprio figlio. «In base all’esperienza maturata, le consulenze telefoniche si sono rivelate particolarmente efficaci per l’immediatezza dell’intervento, soprattutto nei mesi estivi quando si registra un aumento di richiesta di aiuto da parte delle famiglie», ha dichiarato Vicari.

«Il caldo torrido, la solitudine di chi resta in città e la chiusura della scuola che normalmente rappresenta un fattore di protezione dello stato di salute degli studenti, costituiscono – conclude – importanti elementi di rischio per la comparsa di disturbi emotivi e del comportamento».

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