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Squinzi: “Lo stadio del Milan? Spazi troppo limitati”

Squinzi

Imprenditore di successo ma lontano anni luce dal mondo del calcio. Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo, non ha mai voluto entrare personalmente nella terza industria del paese Italia, troppo poco professionale per chi nella vita ha sempre premiato lealtà e preparazione.

Il calcio italiano soffre infatti di una scarsa preparazione manageriale, situazione che Squinzi denuncia in ogni suo intervento: “non è il massimo della professionalità quello che vedo nel mondo del calcio”, ha dichiarato il numero uno del Sassuolo, a margine dell’assemblea Ucimu in corso alla Fiera di Milano-Rho, a chi gli chiede un suo giudizio sul mondo del pallone italiano. “Non lo frequento direttamente” – precisa Squinzi – “che però conosce l’ambiente da quello che mi riportano i miei manager”. A proposito dei dirigenti della Figc, il leader degli industriali italiani ricorda, senza difficoltà, che il Sassuolo fa parte di quel gruppo di squadre che hanno votato contro la presidenza di Carlo Tavecchio.

 

A chi gli chiede della possibilità concreta che il Milan (sua squadra del cuore) costruisca uno stadio di proprietà in zona Portello a Milano, Squinzi risponde dicendo la sua: “Credo che gli spazi di respiro non siano adeguati, però se ci hanno fatto un progetto vuol dire che evidentemente ci credono”. Da parte sua, il patron del Sassuolo si dice comunque soddisfatto del percorso intrapreso in Serie A dalla sua società: “contento di essere il proprietario dello stadio di Reggio Emilia che, invece, ha tutte le strutture intorno ed è un signor stadio. Dopo lo stadio della Juventus è il più bello che ci sia”. 

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