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Apple presenta News: riuscirà a rigenerare l’editoria come ha fatto con musica e app?

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Una piccola novità per Apple, lanciata ieri durante la conferenza annuale degli sviluppatori a San Francisco, potrebbe trasformarsi in una grande opportunità per il giornalismo e l’editoria. Il condizionale è d’obbligo, ma News – l’app con la quale Apple vuole cambiare la fruizione delle notizie su iPhone e iPad – è quantomeno una strada da tentare per rivitalizzare un settore (quello della produzione di contenuti giornalistici) che non riesce più a sostenersi economicamente.

Il giornalismo e i giornalisti sono in cerca già da qualche anno di nuove strade da percorrere per rilanciare un comparto che, almeno nella sua accezione tradizionale, è in forte crisi. L’avvento del digitale, che ha portato nuove straordinarie opportunità, è stato più subìto che capito. L’orizzonte per il rilancio non sempre è stato chiaro davanti agli occhi di chi è cresciuto con i giornali di carta, le tv con i palinsesti e le macchine da scrivere.

Dopo facebook e google, anche apple entra nel mercato della distribuzione delle news

Il problema, però, è che in molti casi a guidare il carro (a capo dei gruppi editoriali, all’interno delle rappresentanze di categorie e anche nelle redazioni) c’erano proprio loro. I nativi digitali, quelli che a questo ambiente potrebbero dare una grossa mano per risvegliarlo dal torpore, troppe volte sono stati (e sono ancora) esclusi dai processi decisionali.

apple-newsPer questo all’innovazione del modo di fruire le notizie (di cui peraltro c’è sempre tanta richiesta da parte dei lettori) in questi anni hanno pensato i grandi gruppi della tecnologia mondiale e le piccole startup americane ed europee.

Da ieri, nel club di chi vuole rivoluzionare (o rivitalizzare?) il giornalismo è entrata anche Apple. L’azienda che ha cambiato già il mondo dei computer e quello della telefonia mobile, ha posto il primo mattone di quella che, dicono a Cupertino, sarà la nuova casa dell’informazione in mobilità. News sarà disponibile con l’aggiornamento del sistema operativo per iPhone e iPad in arrivo in autunno. È un ibrido tra Flipboard e  Instant Articles di Facebook. L’idea di Apple è quella di dare ai lettori contenuti multimediali originali, ottimizzati per gli schermi dello smartphone. «News ti propone in modo naturale gli articoli che desideri leggere in un formato elegante e ordinato, rispettando al contempo la tua privacy, dato che Apple non condivide i tuoi dati personali», ha dichiarato Eddy Cue, Senior Vice President Internet Software and Services di Apple. Quello che potrebbe davvero fare la differenza, al netto di un’innovazione tecnologica che non appare così dirompente, è la potenza di Apple nel campo della distribuzione. Catapultare i propri contenuti giornalistici su milioni di dispositivi nel mondo è già un buon passo in avanti, almeno per allargare la platea dei possibili fruitori.

l’app arriverà in autunno su tutti gli smartphone e tablet apple

L’idea, in pratica, è quella di lasciare agli editori la realizzazione dei contenuti, con Apple pronta a occuparsi del vestito da cucirgli addosso. Una tendenza che è figlia, molto probabilmente, della scarsa innovazione che il mondo del giornalismo ha apportato in questi anni al proprio prodotto che quasi sempre pensato per la carta finiva sul web a caccia di click. Dal business model all’impaginazione e creazione di contenuti originali, Apple sta cercando, anche insieme ad altri big dell’IT, di andare nella direzione che gli editori tradizionali non sono riusciti a seguire in questi anni.

il ricavato della vendita degli spazi pubblicitari sarà al 100% degli editori. Apple, tramite la piattaforma iAd si occuperà di piazzare gli spazi invenduti. In questo caso tratterrà il 30%

News è per ora poco più di un bocciolo. Per capire quanto potrà incidere sul comparto, bisognerà attendere. Da analizzare, al momento, ci sono i risultati che Apple ha già raggiunto negli altri settori in cui ha allargato la propria attività nel corso degli anni: dagli store per le app a quelli per la musica e i libri, a Cupertino hanno sempre fatto centro. Si ottenessero gli stessi risultati con il mondo dell’informazione, staremmo già a buon punto.

Come ricordato anche da Joshua Benton su Niemanlab, non c’è chiaramente certezza che News sia un successo. Potrebbe, perché no, fare la fine di prodotti analoghi come Google Currents o restare un prodotto di nicchia, non in grado di dar respiro all’interno settore. Quello che conta, però, è che il 2015 sarà ricordato come l’anno che ha portato i contenuti giornalistici fuori dal recinto degli editori. Tutti i big (tra cui Google, Facebook, Snapchat) sono interessati a diventare hub di distribuzione per i giornali e i media in generale.  C’è da comprendere – dice sempre Joshua Benton – quali saranno i vantaggi dell’operazione per chi produce i contenuti. Gli svantaggi, al momento, sono molto più semplici da analizzare. Gli editori perderanno potere, ma forse torneranno (lo speriamo) ad avere i bilanci in attivo.

IL 2015 SARÀ RICORDATO COME L’ANNO CHE HA PORTATO I CONTENUTI GIORNALISTICI FUORI DAL RECINTO DEGLI EDITORI

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Ma come funzionerà News? 

Apple per ora offre due tipi di possibilità. La prima, per tutti gli editori che si registreranno al servizio, è quella di sfruttare l’app attraverso i feed RSS. La seconda, che verrà rilasciata più avanti, è quella di utilizzare Apple News Format, un sistema che permetterà di creare contenuti pensati appositamente per l’app. Maggiori informazioni sono disponibili cliccando qui.

E gli editori che ci guadagnano?

Il sistema di monetizzazione dei contenuti sarà gestito dalla piattaforma pubblicitaria di Apple, iAd. Attraverso iAd il singolo editore potrà vendere in totale libertà i propri spazi pubblicitari, ricavando dalla vendita il 100% dei guadagni. Qualora, però, rimanessero spazi invenduti, sarà la stessa Apple a venderli, girando poi all’editore il 70% dell’introito. Tramite iAd sarà inoltre possibile gestire campagne pubblicitarie e analizzare i report per capire il gradimento del pubblico nei confronti del contenuti prodotti. Per il momento News arriva con 20 editori, che rappresentano oltre 50 titoli. Grandi gruppi americani e internazionali che stanno collaborando con Apple per la creazione di contenuti, fra cui Condé Nast, ESPN, Hearst, Time Inc., CNN e Bloomberg. Il New York Times ha già fatto sapere che offrirà gratuitamente ai lettori trenta articoli al mese. Mentre Apple ha assicurato che il 100% degli introiti derivanti dalla pubblicità contenuta negli articoli di News resterà agli editori. Al momento nessun publisher italiano è presente tra i partner.

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Tony Danker, international director, Guardian News & Media, ha commentato così l’iniziativa: “Siamo entusiasti di essere al fianco di Apple in questa iniziativa. Esattamente come Apple, sappiamo che c’è una domanda crescente di giornalismo di qualità e siamo lieti che Apple e altre grandi piattaforme riconoscano l’impegno del Guardian in questa direzione”.

Le sezioni dell’app News

  • For You: sezione dedicata alla raccolta di tutte le storie che gli utenti desiderano leggere in un unico posto. Un newsfeed pratico e personalizzato.
  • Favorites: spazio dove i lettori possono vedere gli argomenti e i canali degli editori che stanno seguendo.
  • Explore: sezione dove gli utenti possono scoprire nuovi contenuti grazie ai suggerimenti basati su ciò che hanno già letto. Più gli utenti leggono e più personalizzata diventerà l’app News, poiché affinerà la selezione delle storie proposte sui loro iPhone e iPad.

Apple non è soltanto iPhone e iPad…

Per cercare di comprendere se News potrà davvero apportare benefici al mondo della produzione di contenuti giornalistici, va analizzato anche l’ingresso di Apple nel campo degli smartwatch. La nuova versione di watchOS, il sistema operativo per Apple Watch, permetterà di costruire app native da installare direttamente sull’orologio. Un elemento che sarà di sicuro interesse anche per chi opera nel mondo delle news. Titoli, suggerimenti e notizie su misura per ogni lettore potranno essere proposte sul piccolo schermo di Apple Watch. Andranno rivisti, però, linguaggio e modo di approcciare le notizie. Ogni schermo in più è un nuovo potenziale lettore. Lo capiremo in tempi brevi? Speriamo.

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