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La bella favola del Bournemouth: per la prima volta in Premier dopo 116 anni di storia

Bournemouth

L’ultimo giorno dell’anno del 2008, Eddie Howe, trentunenne ex giocatore, costretto ad abbandonare il calcio giocato per un grave infortunio, riceve una telefonata dalla squadra della quale è stato capitano fino a pochi mesi prima, il Bournemouth. I cherries sono ultimi in classifica in League Two, l’ultimo scalino del calcio professionistico inglese, hanno già cambiato due allenatori, e soprattutto hanno un distacco abissale dalla zona salvezza, a causa di un -17 inflittogli dalla FA dopo che la squadra, finita in amministrazione controllata, è riuscita a iscriversi al campionato solo grazie alla passione dei propri tifosi, capaci di evitare il sicuro fallimento con una raccolta fondi.

Eddie Howe

Sembra quasi che al giovane ragazzo di Verwood venga chiesto un favore, quello di accompagnare la squadra, dove giocano ovviamente alcuni suoi ex compagni, alla retrocessione nella non-league, che significherebbe sparire, forse per sempre, dai radar del grande calcio d’oltremanica. Quel giorno, quella che sembra l’ultima mossa di una società allo sbando, si trasforma nel più grande investimento della squadra del Dorset, che ieri, meno di sette anni dopo, ha festeggiato la vittoria della Championship, e la prima, storica promozione in Premier League, dopo ben 116 anni di storia.

con i suoi 10.000 posti il Dean Court sarà il prossimo anno lo stadio più piccolo della premier league

Non è altro che un’altra bellissima storia che il calcio inglese ci regala, una di quelle favole che sembra possano succedere solo là, dove il calcio è stato inventato; Bournemouth è una graziosa città sul canale della Manica, a circa 150 km da Londra, dove il turismo è la principale risorsa, e dove i pensionati londinesi vanno a ritirarsi dopo una vita di lavoro, soprattutto per la tranquillità e per il clima mite e meno piovoso di quello della capitale. Qui il calcio è vissuto in modo diverso dal nord, dove sembra che le giornate scorrano in attesa del sabato, ma non per questo manca l’amore verso la propria squadra, anzi: nel 1957 infatti furono in 30mila ad assistere ad una sfida di FA Cup contro il Manchester United, assiepati in uno stadio che ne poteva contenere, ufficialmente, più o meno la metà. Oggi il Dean Court è stato ristrutturato, ma a differenza di molti altri stadi del dopo Thatcher non ampliato, e quindi, con i suoi 10.700 posti, sarà per distacco il più piccolo del prossimo campionato di Premier.

Dicevamo, Eddie Howe: arriva con la squadra già quasi retrocessa, ma nel girone di ritorno fa il miracolo, tanto da salvarsi addirittura prima dell’ultima giornata; ovviamente confermato, l’anno dopo fa ancora meglio: arriva secondo, dietro solo all’imprendibile Notts County, e riporta la squadra in League One, dove ha passato gran parte della sua storia recente. La stagione 2010-2011 vede i cherries ancora grandi protagonisti, sconfitti solo ai rigori nella semifinale playoff contro l’Huddersfield; Howe però non c’è più, perché a gennaio, a sorpresa, a firmato per il Burnley, dove resta per due anni, collezionando due discreti piazzamenti in Championship.

Il video del trionfo

Ma siccome le favole un lieto fine ce l’hanno sempre, nell’ottobre del 2012 Howe torna a casa, riprende il comando di una squadra in difficoltà e la porta fino al secondo posto, guadagnandosi la promozione nella seconda divisione del calcio inglese grazie anche ad un attacco formidabile, il più prolifico della categoria.
L’anno scorso, nel campionato dei 103 punti del Leicester, il Bournemouth arriva decimo, un piazzamento straordinario per una squadra dalla storia recente così travagliata; il resto, la stagione 2014-2015, è già storia: 90 punti, frutto di 26 vittorie e 12 pareggi, 98 gol fatti e un primo posto acciuffato nel recupero dell’ultima giornata, scippato al Watford raggiunto in extremis dallo Wednesday. Ma contava poco, perché la promozione era già cosa fatta, grazie ad una squadra che ha saputo zittire gli scettici, grazie ad una coppia gol (Wilson-Kermongant) da 35 reti totali, grazie ad un portiere, Artur Boruc, di altra categoria, ma soprattutto grazie ad un allenatore, Eddie Howe, capace di realizzare un miracolo, una delle più belle storie del calcio inglese.

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