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Lazio corsara a Cagliari, settimo sigillo e Champions più vicina

La Lazio di Pioli. Senza ombra di smentita, questo potrebbe essere il titolo migliore per descrivere l’impresa dei romani in quel di Cagliari. Stavolta più che Felipe Anderson (che pure la sua zampata alla partita la da), più che il solido De Vrji (inappuntabile come sempre), è il tecnico parmense a “leggere” la partita e a cambiarle volto. È proprio quello che un tecnico deve fare, si obietterà. Non tutti però hanno lo stesso coraggio e la stessa lucidità, ribatteremmo noi. Eccolo, il piccolo capolavoro di Pioli: ountare su un blocco titolare, ma dare un’opportunità a tutti Oggi è Keita, subentrato, a spaccare la partita e a premiare la fiducia del tecnico. La (rin)corsa Champions continua; mercoledì di nuovo in camp o per la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’imprevedibile compagine partenopea. Ribaltare, si può; sarebbe altra benzina da aggiungere al motore della lanciatissima Lazio.

RIPARTIRE DOPO LA SOSTA– Il pericolo che tutti temevano, in casa Lazio, era uno solo: comprendere se e quanto male avrebbe fatto la sosta alla lanciatissima compagine biancoceleste. La paura era tanta, ma al triplice fischio dell’ottimo Rocchi la risposta è chiara: nessun timore, la Lazio riparte da dove aveva lasciato. Andiamo, però, con ordine. L’impegno contro la banda di Zeman aveva un coefficiente di difficoltà elevato: ambiente tradizionalmente ostico per i colori laziali, sardi con la forza della disperazione perché la classifica piange, e non poco, Pioli aveva professato concentrazione e umiltà per tutta la settimana. Prima fase di studio, ma la Lazio c’è, e dopo solo nove minuti, ecco l’occasione per mettere in discesa l’incontro: Candreva scodella in mezzo dalla destra, Mauri di testa schiaccia ma sulle gambe di Brkic, che salva la baracca e tiene a galla il Cagliari. La Lazio non si scompone e, seppur in maniera meno appariscente delle ultime esibizioni, progressivamente continua a guadagnare campo e geometrie, confinando nella propria metà i sardi, fin troppo timorosi e poco inclini a rilanciarsi in contropiede. E Felipe Anderson? Galleggia tra le linee, si scambia fascia con Candreva, e al 30’ decide di accendersi come sa fare lui: fascia destra, accelerazione a lasciare sul posto Crisetig e Rossettini, cross per Mauri che stoppa e appoggia per Klose, che da due passi insacca. Cagliari che accusa, Zeman muto in panchina, Sant’Elia raggelato. L’unico scossone rossoblù arriva a 4’ dalla fine: M’Poku, da piazzato, la mette sotto il sette alla destra di Marchetti, ma il numero uno laziale fa capire che non è aria: super parata, al riposo la Lazio ci va in vantaggio.

Keita uomo partita a sorpresa: lo Spagnolo ha spaccato la gara del sant’ Elia

RIPRESA PIROTECNICA – Dopo due minuti, capitan Mauri la può chiudere li, ma il suo tapin finisce ancora sul corpo del portiere serbo, in difficoltà nel trattenere un primo bolide di Felipe Anderson. Il Cagliari ringrazia, e solo due minuti più tardi, concretizza quello che è un dei più antichi adagi del mondo del calcio: gol mangiato, gol subito. È il 4 della ripresa quando uno dei classici movimenti zemaniani – palla avanti, palla indietro, palla nel mezzo –funziona a meraviglia, tanto da consentire a Sau (lanciato da Joao Pedro) di battere a rete; Mauricio, nel tentativo di di smorzare la battuta, ne alza, però, la traiettoria, scavalcando Marchetti. Pioli si sbraccia, capisce che è il momento di tenere, e comincia a muovere le sue pedine. Al 59’, i cambi che scrivono la storia del match. Escono Mauri e Candreva, entrano Lulic ma soprattutto Keita. Il folletto iberico, dopo neanche un minuto, manda fuori giri Cristetig, costretto, in area sarda, a usare le maniere forti per fermarlo. Maniere troppo forti a giudizio di Rocchi: rigore e gol sorpasso di Biglia. Keita e Felipe si cercano e si trovano a meraviglia, poco lucidi però a trasformare gli amorosi sensi in marcatura. Keita non si ferma,è al 77’ si procura il secondo rigore: stavolta a fermarlo ci prova l’ex Diakite, ma il suo tentativo in piena area è rovinoso. Rocchi dice che è ancora rigore per la Lazio, ma Biglia alza la mira. I sardi provano a gettare il cuore oltre l’ostacolo, cercando crepe nella concentrazione dei romani, che però non ci sono: Pioli comanda i suoi, che soffrono ma tengono. E al 92’ calano il tris che vale la settima vittoria consecutiva: è Parolo, su punizione, a piegare i sardi. Zeman guarda nel vuoto, lo stadio si svuota. Pioli abbraccia tutti, panchina compresa. La Lazio c’è ancora, la corsa non si ferma.

CAGLIARI-LAZIO 1-3
Marcatori: 31′ Klose (L), 50′ Sau, 61′ Biglia (L) rig., 92′ Parolo (L)
CAGLIARI (4-3-3): Brkic; Balzano, Rossettini, Diakitè Avelar; Dessena (59′ Ekdal), Crisetig; Joao Pedro, Farias (72′ Capuano), Sau (79′ Cop), Mpoku. A disp. Colombi, Cragno, Murru, Pisano, Capuano, Gonzalez, Conti, Ekdal, Husbauer, Longo, Cop, Cossu.
All. Zeman.
LAZIO (4-2-3-1): Marchetti; Basta, De Vrij, Mauricio, Braafheid; Parolo, Biglia; Mauri (59′ Cataldi), Candreva (59′ Keita), Klose (81′ Lulic); F. Anderson. A disp. Berisha, Strakosha, Novaretti, Cana, Cavanda, Pereinha, Onazi, Ledesma, Cataldi, Lulic, Keita, Perea. All. Pioli.

ARBITRO: Rocchi (sez. Firenze).
Note: Ammoniti Parolo (L), Mauricio (L), Basta (L), Crisetig (C), Rossettini (C), M’poku (C), Keita (L), Balzano (C)
Espulsi: Diakite (C)
Recupero: 2′ pt; 5′ st.

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