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Italia: 10 estremisti espulsi. Il Viminale controlla 150 persone in contatto con Isis

Persone apparentemente normali, con un lavoro e un regolare permesso di soggiorno, che però sognano la jihad. Sperano, un giorno, di poter combattere in Siria o in Iraq. Vogliono prendere parte alla guerra santa che adesso minaccia anche l’Europa e il resto del mondo. Per questo una decina di stranieri ritenuti “pericolosi per la sicurezza nazionale” sono stati espulsi e rispediti in patria.

Non saranno gli unici. Presto ne verranno mandati via altri, dopo i 13 dello scorso anno. Sono per lo più predicatori in contatto diretto con i fondamentalisti dell’Isis e di Al Qaeda, nei confronti dei quali non ci sono indizi sufficienti per adottare provvedimenti giudiziari.

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha deciso di intervenire seguendo l’iter amministrativo piuttosto che aspettare l’introduzione del reato che andrà a punire chi si allontana dal luogo di residenza per unirsi ai combattenti.

Islamic Jihad militant funeral

I nomi segnalati dalla polizia di prevenzione, dai carabinieri del Ros e dall’intelligence sono stranieri che vivono nel centro nord. Alcuni frequentano abitualmente le moschee mentre altri sono più riservati. Non hanno progetti immediati e potrebbero non essere in grado di mettere a segno un attacco come quello dei fratelli Kouachi ma sono frequentatori di siti internet di matrice jihadista, sono interessati ai manuali di istruzione per la fabbricazione di esplosivi e a quelli di addestramento di tipo militare.

Dopo gli attentati di Parigi sono finite sotto controllo 150 persone residenti sul territorio italiano. Si sta lavorando per verificare i loro contatti, capire se ci sono collegamenti con le persone finite sotto inchiesta negli altri Paesi. La Turchia è il territorio più popolato dalle cosiddette cellule dormienti. Si tratta di un Paese strategico, via di transito per siriani e mediorientali che vogliono arrivare in Europa. Gli 007 di Ankara, tramite un loro dossier, dicono che ci sono in Turchia tremila persone che hanno legami con lo Stato Islamico e a loro vanno aggiunti almeno 1.000 turchi che sono già andati a combattere con le truppe del Califfato.

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