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Vanessa e Greta rapite, video in rete. Terroristi alzano il prezzo

Ventitré secondi di video per certificare l’ingresso nella fase più delicata della trattativa per riportare in Italia Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due giovani cooperanti del “Progetto Horryaty” sequestrate alle porte di Aleppo ormai cinque mesi fa. I sequestratori le hanno costrette a leggere un messaggio in lingua inglese che sprona il governo a chiudere la trattativa il prima possibile.

“Supplichiamo il nostro governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grave pericolo e potremmo essere uccise. Il nostro governo e i mediatori sono responsabili delle nostre vite.”

Il filmato pubblicato su YouTube dovrebbe essere stato registrato a novembre, nonostante la data scritta sul foglio mostrato dalle due ragazze dica 17 dicembre. Questa data era la prima scelta dai sequestratori per la messa online del video. Così però non è stato.

“Al Nusra”, gruppo qaedista in Siria, ha rivendicato il sequestro delle giovani, tramite un esponente qualificatosi all’agenzia di stampa tedesca Dpa come Abu Fadel, quale ritorsione per l’impegno del nostro Paese negli “attacchi in Siria proprio contro Al Nusra”. Una circostanza che però non trova riscontri della nostra Intelligence.

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono prigioniere del fronte composito che va sotto il nome di “Esercito Siriano Libero”, componente considerata moderata degli insorti al regime di Assad, dal 31 luglio. Secondo il Corriere.it, le contrattazioni per la loro liberazione si sono interrotte a dicembre poiché il gruppo di rapitori ha sconfessato il proprio mediatore, ritenendolo forse «non attendibile». Il video pubblicato ha fatto capire all’Intelligence che le trattative possono riprendere. Le prossime ore saranno determinanti per il futuro delle due ragazze.

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