Fin dall’alba dei tempi, l’uomo, spinto da grande curiosità, spirito di conquista e di avventura, ha sempre voluto allargare i propri orizzonti, scoprendo così territori inesplorati da poter conquistare, conoscere, studiare, e ripopolare. Questa grande voglia di conquista e di scoperta, un mordente perpetuo, quasi inesauribile, ha spinto l’essere umano verso nuovi lidi e l’ha portato a compiere delle imprese degne di nota, a volte eroiche, quasi impossibili per un essere così piccolo e insignificante nei confronti della vastità del mondo. Ma all’uomo il solo mondo non bastava, e una volta scoperto tutto ciò che c’era da scoprire, si è fatto sempre più impellente il desiderio di avere di più, di fare un salto ancora più lungo, e di scoprire cos’altro ci fosse al di fuori del nostro pianeta. Fu così che, dopo aver sondato l’orbita terrestre con alcuni satelliti artificiali, finalmente il 12 aprile del 1961 l’Unione sovietica mandò per la prima volta in orbita l’astronauta Jurij Gagarin . Solo successivamente, nel 1969, l’uomo riuscì a sbarcare addirittura sulla Luna. Ebbe così inizio la prima era spaziale: la cosiddetta corsa allo spazio era iniziata. Un piccolo passo per l’uomo, un enorme passo per l’intera umanità.
Ora, immaginate un attimo di avere la possibilità di venir catapultati nelle enormità dello spazio cosmico attraverso un videogioco, di poter viaggiare fra i corpi celesti del nostro sistema solare, di poter interagire con altri cosmonauti e di combattere la potente Oscurità che minaccia l’intero genere umano: ebbene questa possibilità, questa occasione d’oro, da oggi è divenuta realtà, e questa realtà si chiama Destiny. Noi abbiamo colto al volo quest’occasione, abbiamo provato la versione per PlayStation 4 e, dopo numerose ore di gaming, possiamo dire di esserne rimasti abbastanza soddisfatti.
L’AMBIZIOSO VIAGGIO DI BUNGIE
Destiny è la nuova e ambiziosa IP di Bungie, storici creatori della serie di Halo, nota saga videoludica di genere fps fantascientifico, rimasta esclusiva Microsoft per un buon decennio. Al contrario di quest’ultima, Destiny lascia i vecchi e sicuri lidi di Microsoft per avventurarsi anche negli inesplorati territori di Sony. Il gioco, infatti, è momentaneamente disponibile sul mercato per console di vecchia e di nuova generazione di casa Microsoft ma anche di casa Sony: PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360 e Xbox One. Essendo frutto del lavoro dei ragazzi di Bungie, ci sorge dunque spontaneo accostare Destiny alla serie di Halo, creando così una sorta di parallelismo. Ed è proprio questo il termine esatto: parallelismo. Perché proprio come due rette parallele non si incontrano mai in nessun punto, così Destiny non si incontra mai con la serie Halo. I due universi, pur essendo simili sotto certi aspetti, rimangono ben separati tra di loro. Non abbiamo di fronte, infatti, la solita minestra riscaldata, il cosiddetto “more of the same”. Destiny non è una semplice copia di Halo, e riesce infatti a prendere le distanze e a distinguersi da quest’ultimo, innovando e rivoluzionando uno dei generi più inflazionati del panorama videoludico del giorno d’oggi: il genere dello sparatutto in prima persona. Come risultato abbiamo uno sparatutto in prima persona fantascientifico sulla falsariga di Halo sapientemente infarcito con elementi RPG, MMO e Social.
Il successo di un gioco, il più delle volte, si fonda sulle solide basi di una campagna pubblicitaria aggressiva e di mosse di marketing efficaci, ed è proprio questo il caso di Destiny, che è stato supportato infatti da una campagna pubblicitaria notevole, grazie alla pubblicazione a raffica di news, video e screenshot. Il titolo è riuscito inoltre ad ottenere in brevissimo tempo delle cifre da capogiro e a stabilire dei record in campo videoludico: secondo Activision, storico publisher della saga di sparatutto COD e attuale publisher di Destiny, il titolo in questione sarebbe la nuova IP più pre-ordinata della storia dei videogiochi; il lancio del titolo sul mercato rappresenta il più grande lancio della storia dei videogiochi per un nuovo titolo, raggiungendo in brevissimo tempo la soglia di 500 milioni di dollari; secondo alcuni analisti, Destiny potrebbe addrittura raggiungere il traguardo di 20 milioni di copie vendute. Ciò che Bungie alla fine è riuscito a creare sono dunque delle solide fondamenta su cui costruire, col tempo, quella che potrebbe anche essere definita una sorta di saga racchiusa in un unico e ambizioso titolo, che avrà continuo bisogno di attenzioni, cura ed espansioni di vario tipo, per poter dare il meglio di sé.
IL DESTINO DI UN GUARDIANO
Dal punto di vista narravito, Destiny si presenta piuttosto semplice, scarno, quasi inconsistente, un elemento di secondo piano, a causa di una trama che non è proprio il massimo dell’originalità e che fatica a coinvolgere il giocatore, complice anche la presenza di personaggi poco carismatici, superficialmente caratterizzati e poco memorabili. C’è da dire comunque che la trama non sia il punto focale dal gioco, ma più che altro un punto di partenza, un pretesto per poterci avviare verso l’esperienza di gioco vera e propria: una sorta di introduzione ad un progetto che acquisterà sempre più corpo nel corso degli anni e che verrà arricchito dall’aggiunta di numerose espansioni.
Sono passati ormai molti anni da quando il Viaggiatore, un ancestrale e misterioso corpo celeste di forma sferica e dotato di vita propria, fece la sua comparsa e cambiò per sempre la vita degli esseri umani. Con il suo straordinario potere e la sua infinita dose di conoscenza, numerose città vennero costruite su Marte, Venere, Mercurio. Pianeti prima inospitali ed inabitabili divennero presto fertili e floridi, l’aspettativa di vita della razza umana triplicò e fu un’epoca di crescita, evoluzione e sviluppo. L’uomo era diventato ormai padrone non solo del suo pianeta ma anche del sistema solare e si guardava con ambizione ed ottimismo ad una possibile espansione anche al di fuori di esso. Era la cosiddetta Età dell’Oro, un’era di progresso, miracoli e prodigiosi cambiamenti. Ma il Viaggiatore aveva una nemesi, un nemico pronto a sopraffarlo e distruggerlo: l’Oscurità, un manipolo di razze aliene di vario tipo che bramano la distruzione di quest’ultimo. Diversi secoli dopo l’Età dell’Oro, l’Oscurità riuscì a trovare il Viaggiatore e, con esso, anche il genere umano. Ebbe così inizio la grande battaglia fra Luce e Oscurità, una violenta battaglia che lasciò il Viaggiatore mutilato, in una sorta di stato di quiescenza, di morte apparente. Ma in punto di morte il Viaggiatore creò gli Spettri, delle entità misteriose in grado di risvegliare coloro che sono in grado di servirsi della Luce per combattere le forze oscure: i Guardiani, l’ultimo baluardo delle forze del bene, capaci di fare ciò che il Viaggiatore non può più. La nostra storia inizia molti secoli dopo la grande battaglia, proprio quando uno Spettro ci risveglia nelle rovine dell’Antica Russia, sul pianeta Terra. Nostro compito sarà quello di combattere la potente Oscurità che attanaglia il sistema solare e permettere al Viaggiatore di destarsi dal suo lungo sonno. La trama, che come abbiamo già detto pecca di poca originalità e di scarso coinvolgimento emotivo, scorre piuttosto lentamente, accompagnata solo da qualche cut-scene animata qua e là, e culmina in un finale decisamente poco incisivo, che non colpisce e non emoziona. Sembra quasi che Bungie non si sia neanche impegnata particolarmente nella realizzazione dell’intreccio narrativo, o che stia tenendo per sé alcuni assi nella manica da giocare al momento opportuno, quando rilascerà le espansioni in programma per il prossimo futuro.
Il gioco parte dandoci la possibilità di scegliere razza e classe del nostro Guardiano, nonché di personalizzare abbastanza superficialmente il suo aspetto, il tutto in perfetto stile RPG. E’ innanzitutto possibile scegliere tra tre razze diverse: Umano, Insonne ed Exo, scelta che comunque non andrà ad incidere particolarmente sul gameplay. Molto più incisiva, a tal proposito, è invece la scelta della classe del nostro Guardiano. Ci viene data, infatti, la possibilità di scegliere tra tre classi diverse, ognuna con dei propri punti di forza e di debolezza, e di skill di classe specifiche: Titano, un potente guerriero che fa della forza bruta e del combattimento all’arma da fuoco i suoi punti di forza, particolarmente resistente dal punto di vista fisico; Cacciatore, veloce, agile e letale, basa il suo stile di combattimento sulla velocità e sull’agilità, utilizzando delle lame per il corpo a corpo; e infine abbiamo lo Stregone, in grado di utilizzare i poteri ESP nel combattimento, tra cui onde d’urto, bombe energetiche e alcuni buff in grado di potenziare le proprie statistiche. Una scelta di classe abbastanza eterogenea dunque, che si farà ancora più marcata grazie alla presenza di due sottoclassi ben distinte per ogni classe, per un totale di sei sottoclassi disponibili. Infine è possibile personalizzare superficialmente il nostro personaggio: fisionomia del volto, carnagione, acconciatura e segni particolari. Ma non finisce di certo qui, infatti, come ogni RPG che si rispetti, oltre alla personalizzazione preliminare avremo la possibilità di personalizzare il nostro Guardiano anche nel corso dell’avventura, e di cambiare e migliorare il suo equipaggiamento grazie ad una vasta gamma di armi da fuoco e di armature, che non si limitano, ovviamente, ad avere un ruolo puramente estetico, ma vanno anche a potenziare difesa e danni inflitti ai nemici. Il sistema di crescita del personaggio si basa su un sistema di “livellaggio” tramite esperienza, quest’ultima guadagnata dal nostro Guardiano dopo aver sconfitto alcuni nemici, aver completato main quest, sub quest, assalti, e via dicendo. Quest’esperienza guadagnata permetterà al nostro Guardiano, come abbiamo già detto, di salire di livello, ma anche di potenziare il suo armamento e di acquisire delle skill di classe. Il nostro Guardiano salirà di livello tramite esperienza fino al livello 20, momento in cui entreranno in gioco i cosiddetti livelli di Luce: a questo punto non si salirà più di livello acquisendo esperienza ma trovando ed indossando pezzi di armatura infusi con la Luce che, oltre a riempire la barra di Luce necessaria per il leveling, miglioreranno notevolmente la difesa. Sarà poi nostro compito upgradare questi pezzi di armatura per aumentare ulteriormente i punti Luce e i punti Difesa.
Per ogni classe ci sono due sottoclassi, ognuna con il suo albero di abilità che permetterà di caratterizzare e potenziare il proprio Guardiano, seppur in maniera piuttosto guidata a causa di un sistema di acquisizione di skill decisamente troppo lineare. Non ci sono delle vere e proprie statistiche, piuttosto sono presenti tre parametri principali che riducono i tempi di caricamento della mossa speciale, della granata e dell’attacco corpo a corpo: rispettivamente Intelletto, Disciplina e Forza. Questi ultimi sono influenzati dall’attivazione di alcune skill passive e dai pezzi di armatura che si indossano. Questa eterogeneità delle classi disponibili è sicuramente un motivo di vanto, in quanto il giocatore sarà spinto a voler provare tutte le classi disponibili nel gioco, andando così ad innalzare notevolmente le ore di gioco e i possibili stili e approcci nei confronti del titolo.
UN UNIVERSO DA VIVERE ED ESPLORARE
Il gioco si presenta come una commistione di vari generi: una sorta di MMOFPS con alcuni elementi RPG, grazie alla presenza di skill, main quest e sub quest, public event, scelta delle classi, sistema di loot e di drop, e una forte componente di personalizzazione del personaggio. Per tutti gli amanti del genere FPS Destiny rappresenta una vera e propri mecca, grazie ad un gameplay fluido e divertente. Già, perchè se il titolo risulta debole e poco convincente dal punto di vista narrativo, riesce a dare il meglio di sé proprio nel gameplay, donando ai giocatori un’esperienza di gioco soddisfacente ed estremamente appagante, grazie anche ad buono livello di sfida e un’intelligenza artificiale in grado di mettere alla prova anche i videogiocatori più navigati nel genere dello sparatutto.
Nel corso del gioco non abbiamo mai avuto l’impressione di trovarci da soli, in quanto siamo stati costantemente collegati alla rete, e abbiamo potuto fare l’incontro di altri Guardiani, con i quali abbiamo potuto decidere di collaborare per andare avanti nell’avventura o semplicemente esplorare l’area di gioco. Questa è una delle particolarità di Destiny: il single-player si mescola con la componente cooperativa-online creando un mondo di gioco enorme, vivo, sempre interconnesso, che da la possibilità a tutti i giocatori di incontrarsi, giocare insieme e collaborare. Tuttavia, a volte, ciò può creare parecchio fastidio a causa della precaria stabilità dei server che in più di un’occasione hanno causato la disconnessione dal gioco e la perdita dei progressi fatti nel corso della partita. Questo potrebbe divenire parecchio frustrante soprattutto verso la fine di un assalto o durante una partita competitiva in cui si è in vantaggio rispetto al nemico. Veramente scandaloso.
Nel nostro viaggio siamo accompagnati da uno Spettro, una piccola intelligenza artificiale in grado di fluttuare, analizzare l’ambiente, indicarci la direzione da prendere per proseguire nella nostra avventura e sbloccare i passaggi per accedere a nuove zone. Richiamando lo Spettro abbiamo inoltre la possibilità di andare in orbita, in modo da poter raggiungere gli altri pianeti, o di far materializzare un veloce mezzo di trasporto, l’Astore, che ci permetterà di spostarci velocemente lungo tutta la mappa esplorabile. Il mondo di gioco è strutturato in macro aree esplorabili, rappresentate da alcuni corpi celesti del nostro sistema solare: Terra, Luna, Venere e Marte. Questi pianeti sono popolati da alcune razze aliene che, tutte insieme, rappresentano la cosiddetta Oscurità che minaccia il Viaggiatore. Nel gioco sono presenti ben quattro razze aliene, ognuna suddivisa in varie sottoclassi, con aspetto e caratteristiche diverse: i Caduti, l’Alveare, i Vex e i Cabal. Una volta sconfitti, i nemici ci faranno guadagnare un certo quantitativo di esperienza ma potranno anche lasciare un certo bottino, rappresentato da armi, pezzi di armatura, engrammi da decifrare dal Criptarca o oggetti di varia natura. A tal proposito è da menzionare un sistema di loot completamente sbilanciato, mal pensato e poco intelligente: nemici di livello alto possono rilasciare bottino di basso livello, così come nemici di livello basso possono rilasciare bottino di alto livello; stessa cosa dicasi per il sistema di ricompense degli assalti e del Crogiolo; è tutto completamente affidato al caso, e la cosa non può che far storcere il naso.
Vi è la presenza di un hub centrale, che rappresenta al meglio la componente Social del titolo: la Torre della Cittadella, luogo pacifico in cui potersi concedere un po’ di relax, comprare armamentario, fare rifornimenti, potenziare il personaggio, accettare quest, organizzare il nostro equipaggiamento e incontrare altri giocatori. La particolarità della Torre è inoltre la visuale in terza persona, che ci permette di visualizzare il nostro personaggio nella sua interezza e senza casco. Dalla Torre della Cittadella abbiamo la possibilità di andare in orbita ed esplorare gli altri corpi celesti disponibili, zone completamente esplorabili in cui potremo progredire con la main quest e andare dritti agli obiettivi, oppure pattugliare da soli o in compagnia tutto il territorio esplorabile. Da menzionare sono l’assenza di una mappa con cui potersi orientare nel vasto territorio esplorabile e la presenza di alcuni muri invisibili che, pur essendo necessari per delimitare l’area di gioco, possono risultare fastidiosi. Quello che non manca in Destiny sono sicuramente le cose da fare. Oltre alla main quest, infatti, abbiamo la possibilità di pattugliare i territori di gioco, accettare missioni secondarie, completare delle taglie, fare degli assalti e giocare la modalità PvP, il Crogiolo. Il tutto, ovviamente, andrà a dilatare considerevolmente il numero di ore di gioco, donando a Destiny una longevità di tutto rispetto. Se giocare da soli può risultare a volte noioso e ripetitivo, sicuramente giocare in compagnia di alcuni amici e comunicare con loro tramite chat vocale potrebbe rendere l’esperienza di gioco più divertente e appagante, soprattutto durante gli assalti, le sfide settimanali e nel Crogiolo.
Parliamo ora del Crogliolo, che altri non è che la modalità online competitiva, dove ogni Guardiano può mettere alla prova le proprie abilità in una lotta all’ultimo sangue contro altri Guardiani, portando armi, armature e abilità acquisite nel corso dell’avventura. Abbiamo ben quattro modalità principali: Controllo, che rappresenta una sorta di “cattura e difendi la base”; Scontro, la classica modalità deathmatch a squadre 6 contro 6; Rissa, la modalità tutti contro tutti; infine abbiamo la modalità Schermaglia, un deathmatch a piccole squadre, 3 contro 3, in cui vi è la possibilità di rianimare i propri compagni. Alla fine di ogni partita, il giocatore potrà acquisire esperienza , valuta del Crogliolo, reputazione, ma anche degli interessanti pezzi di equipaggiamento, o oggetti di varia natura come premio finale: purtroppo anche in questo caso il gioco fa un po’ di testa sua, e assegna ricompense in modo del tutto casuale. Abbiamo dunque di fronte una modalità PvP che non brilla particolarmente di originalità ma che piuttosto resta ancorata alle classiche modalità competitive già viste nel corso degli anni negli altri sparatutto in prima persona, pur con l’introduzione di alcuni elementi interessanti. Nota dolente va al bilanciamento degli scontri: pur portando armi e armature alle loro statistiche di base e pur eliminando i vari vantaggi di classe, resta comunque, sul campo di battaglia, una predominanza di quei giocatori che hanno totalizzato più ore di gioco, che hanno un livello più alto e che quindi posseggono più abilità dello skill tree nei confronti di altri. Attenzione: per poter fare gli Assalti, le Incursioni e per poter accedere al Crogiolo è richiesto l’abbonamento al PlayStation Plus.
ARTE E TECNICA
Tra i maggiori punti di forza di Destiny vi sono sicuramente la direzione tecnica e artistica. Gli scenari proposti, le meravigliose ambientazioni rappresentate dai corpi celesti del nostro sistema solare, sono da lasciare letteralmente il fiato, grazie all’enorme cura per i particolari e alla maestosità di scorci che riesce a regalare. Gli stupefacenti effetti di luce e particellari, i modelli poligonali ottimamente realizzati, una pulizia su schermo veramente degna di nota, le animazioni e l’alta qualità delle texture: il tutto contribuisce a donare al titolo una veste grafica di altissimo livello. Risulta sempre un piacere esplorare liberamente i vari pianeti, ed è bellissimo immergersi in questi scenari così ben pensati e realizzati che quasi sembrano veri. Bungie è riuscita perfettamente nel suo intento di ricreare alla perfezione un Universo più realistico possibile, vivo, ricco di dettagli, capace di regalare ai giocatori un’esperienza visiva quasi senza precedenti.
Tecnicamente, ci attestiamo su livelli veramente alti, grazie ad una risoluzione di 1080p nativi e una frequenza di 30 fotogrammi al secondo sempre stabili, rendendo difficile pensare al titolo come come un gioco a cavallo di due generazioni di console. Sì, perché grazie a Destiny, PlayStation 4 inizia veramente a mostrare i muscoli soprattutto dal punto di vista tecnico. Menzione d’onore va al comparto audio del titolo grazie alla realizzazione di una soundtrack maestosa, quasi epica, da parte di Marty O’ Donnell con la partecipazione di Paul McCartney, storico membro del gruppo Rock dei Beatles. Da citare infine è il doppiatore dello Spettro nella versione originale del gioco, che altri non è che Peter Dinklage, il Tyrion Lannister della pluripremiata serie HBO, Game Of Thrones.
CONCLUSIONE
Per concludere: ci troviamo di fronte ad un prodotto per così dire “sperimentale”, incompleto, che manca di molti elementi per cui poter dare un giudizio definitivo e ben ragionato, che ha però del notevole potenziale e tutte le carte in regola per raggiungere in breve tempo un enorme successo. Un classico fps, svecchiato e impreziosito dalla presenza di elementi attinti da altri generi. Quello che Bungie è riuscito a creare è dunque un ottimo punto di partenza, delle solide fondamenta su cui poter costruire in futuro, con cura e attenzioni costanti, un’opera più grande, maestosa, che potrebbe restare per sempre negli annali della storia dei videogiochi.