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Maratona: Bordin e Baldini

Tempo prima che le stelle di Straneo e Meucci brillassero nel cielo azzurro dell’atletica leggera altri due grandi nomi hanno infiammato i cuori dei tifosi e degli appassionati di sport, legandosi indissolubilmente alla specialità della maratona: Gelindo Bordin e Stefano Baldini.

Bordin, nato sul finire degli anni ’50, ha seguito tutta la trafila giovanile partecipando dapprima a corse campestri e su strada. Esordisce in maratona nel 1984, a Milano, dove vince la gara con un tempo di 2h, 13min, 20sec. Ma il vero salto di qualità arriva nel 1986, quando vince i Campionati Europei di atletica leggera a Stoccarda con il tempo di 2h, 10min e 54sec. L’anno successivo è bronzo ai Mondiali di Roma. L’anno 1988 è quello per Gelindo, della definitiva consacrazione: vince infatti l’oro a Seoul alle Olimpiadi con il tempo di 2h, 10min e 32sec. Sono prestazioni, queste elencate, di grande qualità: basti pensare che per ottenerle bisognerebbe correre per 42 Km e 195 metri ad una velocità di circa 20 Km/h di media! Anche due anni più tardi il nostro portacolori non fallì l’appuntamento, vincendo nuovamente gli Europei nel 1990 a Spalato, in Croazia. Tutte gare, queste, caratterizzate da una gestione attenta delle proprie energie. Indimenticabile infatti l’allungo decisivo in rimonta a circa 1000 metri dalla chiusura della Maratona Olimpica di Seoul. Bordin vinse in grande spolvero superando i due avversari africani come nulla fosse! A chiudere la carriera professionistica è l’anno 1991, con la partecipazione ai mondiali di Tokyo: ottava piazza con un tempo di 2h, 17min e spiccioli.

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Gli anni ’90 vedono la nascita di una nuova stella azzurra che cominciava ad affacciarsi nel mondo dell’atletica, permettendo all’Italia di continuare a dominare nella specialità: Il suo nome? Stefano Baldini. Nato in Emilia Romagna nel 1971, comincia a “dire la sua” dal 1993. Oro agli Europei di Budapest 1998 e Goteborg 2006, spicca per popolarità l’oro alla Maratona Olimpica di Atene 2004. Sarà proprio il trionfo olimpico che lo legherà definitivamente  e in maniera permanente a questo sport! Era un giorno di fine Agosto (da poco si è celebrato il decennale) e un giovane italiano si apprestava a far vibrare le corde del cuore di migliaia di appassionati, tenendoli col fiato sospeso per 2h,11 min e poco più. Una corsa da manuale, gestita con la testa ma determinata da una rabbia agonistica con pochi eguali.

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