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La mela torna in testa

L’incertezza, la crisi, gli errori. Il buio che teneva in ostaggio Apple negli ultimi anni sembrerebbe essere svanito. Al suo posto è arrivata una fitta ed intensa luce, di un colore ancora impossibile da definire, come difficile da comprendere la sua fonte. Un cammino che vede Apple protagonista di una nuova probabile rinascita, con nuovi prodotti, idee, filosofie e icone. Nel mondo della tecnologia la parola d’ordine è “andare avanti” e lasciare il passato al passato, provando a concentrarsi nel presente su quello che, in una prospettiva ricca di incognite, il futuro potrà essere. Noi, in questo cammino, siamo dei giudici che assistono il compito del ‘Dio‘ creatore e ne modellano la direzione nello spazio e nel tempo. Ogni singolo dettaglio di ciò che mettiamo nelle mani dell’umanità ne determina il proseguimento nella storia. Ieri Apple ha provato a reinventare nuovamente le vite delle persone, senza dare per forza una nuova o differente forma ai prodotti, rispetto alle precedenti, ma continuando a migliorarli per rendere l’esperienza dell’utente sempre più vicina alla perfezione. E’ proprio in questo meccanismo che innesca la bomba dell’innovazione, migliorare senza stravolgere, ma portando avanti un concetto. Qui giace la forza di un marchio come Apple.

Pensiamo all’evoluzione del pianeta. L’uomo e la natura vivono in perfetta armonia, grazie ad un processo evolutivo che permette sia all’uno che all’altro di modificare le proprie abitudini. Non c’è fretta, poiché se si prova ad accelerare si rischia di creare un impatto negativo su quelli che poi saranno i risultati negli anni successivi. L’uomo nasce dalla natura, quindi ne deve rispettare le leggi, sia positive che negative. Assistiamo spesso a stragi derivate da maremoti, tsunami, terremoti, che potrebbero essere visti come il polo negativo di questa storia d’amore fra uomo e natura. Al contrario, però, proprio come una dolce donzella, spesso ci regala spettacolari paesaggi e fenomeni naturali come l’aurora boreale. Ciò che però rimane invariata è la velocità con cui si procede verso il futuro. Il sincronismo è fondamentale, ma è soprattutto importante saper proseguire la strada intrapresa con rispetto verso ciò che la circonda. A fare un fattore ‘x‘ ciò che è non è solo la massa dello stesso fattore, ma è l’analisi di tutto ciò che gli è vicino e che, soprattutto, può cambiare il valore dello stesso.

Una delle abitudini che, negli ultimi dieci anni, ha fatto divenire le aziende tecnologiche miliardarie è la voglia di cambiare completamente strada ogni anno, senza preoccuparsi per chi vi si era interessato e appoggiato. Se dobbiamo creare il futuro, non possiamo cambiarlo ogni anno. Così facendo non cambiamo il futuro, cambiamo solamente il prossimo anno. Naturalmente questa tecnica è stata ripresa da molte società per il fatto che, cambiando completamente i dispositivi e non aiutando chi ne aveva di vecchi, si crea un circolo vizioso che porta l’utente a spendere una cifra pari a 600-700 euro ogni anno, come minimo. Sia chiaro, Apple non regala i propri prodotti, ma al contrario di molte aziende concorrenti porta avanti un’idea con decisione, sviluppandola fino alle sue ultime gocce di possibilità. Potrebbe sembrare un meccanismo sbagliato, perché con poco sforzo si assicura i soldi degli utenti, ma in realtà non è così, almeno nel mondo dell’informatica.

Ricordate perché è stato criticato Windows 8? Il problema principale dell’ex nuovo sistema operativo di Microsoft erano i troppi cambiamenti rispetto alle precedenti versioni. Tutto era completamente cambiato, nulla era rimasto come prima. Immaginate di essere un impiegato e di lavorare con un computer Microsoft. Magari non siete un mago della tecnologia, quindi fate già fatica ad utilizzare Windows XP. Una sera, prima di andare a casa dal lavoro, state sistemando i vostri lavori, appunti e documenti nelle apposite cartelle sul desktop e nei meandri della memoria del computer. Il giorno dopo tornate, pensando di svolgere la solita giornata di lavoro, andate al vostro computer, lo accendete, e trovate un sistema operativo diverso, con una struttura che non ha nulla a che fare con quella che avete utilizzato la sera prima. Tutto ciò che avevate compreso, ora, è tutto perso.

Certo, per molti che leggeranno questo articolo, magari esperti e ben aggiornati sulla materia, sembrerà una sciocchezza, ma pensateci bene, ognuno di noi ha vissuto questo tipo di situazione almeno una volta nella vita, e tutti ci siete stati male, o comunque vi ci siete dovuti abituare. Vi ricordate le scuole elementari? Com’è stato passare alle scuole medie? Per molti traumatizzante. La stessa situazione che vive l’impiegato con Windows XP e Windows 8. Il concetto che Apple vuole portare avanti si distacca completamente da questa idea suicida, anzi, prova anche a evitarla. Cambiare senza stravolgere, ma portando avanti un concetto. L’innovazione non è un processo da svolgere con fretta, ma ha bisogno di essere analizzato, capito, ma soprattutto deve rispecchiare le necessità dell’utente. Una società come Microsoft non ha capito nulla della propria utenza, e questo lo si è visto con Windows 8. Tutti sanno che i computer della casa di Redmond si trovano nell’80% degli uffici di tutto il mondo, figuriamoci se la stessa Microsoft non ne era a conoscenza. Con questa mossa ha provato a innovare cercando di accelerare i tempi, non capendo che l’innovazione è la comprensione dei tempi. Le critiche arrivate a Windows 8 sottolineano lo sbaglio.

Non sono le persone che devono essere agli ordini delle macchine, bensì le macchine al servizio dell’uomo. Apple sembrerebbe aver capito questo meccanismo, e lo ha mostrato perfettamente con i suoi sistemi operativi, OS X Yosemite e iOS 8. Molti scambiano la prudenza per la poca fantasia o innovazione. Parliamoci chiaro, una azienda come Apple non deve prendere lezioni da quattro ragazzini dietro ad una telecamera o a uno schermo. Ci sono ingegneri, filosofi, scienziati ed esperti che conoscono a menadito il settore e sanno cosa devono o non devono fare. Poi ci sono gli interessi, ma quello è un altro discorso. Il punto è che Apple sa ciò che deve fare, sa dove sta andando. Ma riesce a comprenderlo solamente nel momento in cui fa il passo successivo, non quando ancora lo deve fare. Più ci si avvicina alla fine della corsa e più si capisce quanto ci si è allontanati dall’inizio.

Durante questo 2014, Apple ha rivoluzionato le proprie idee, ma non ha mai cambiato quello che è il concetto di fondo. Lo avevamo notato all’inizio dell’estate, alla WWDC 2014, quando Craig Federighi annunciava i miglioramenti relativi al nuovo OS X Yosemite. Tutto era in perfetta armonia. L’innovazione, le battute di Federighi, le conseguenti risate del pubblico, seguite anche da molti applausi. Lo abbiamo rivisto ieri all’evento dedicato ad iPhone 6 e Apple Watch. Straordinaria è stata l’immagine di un Tim Cook, sempre ricoperto di critiche, che finalmente si poteva godere un’ovazione a lui dedicata in merito al nuovo dispositivo indossabile, che ancora una volta cambierà la storia della mela morsicata. Il logo stesso dell’evento fa capire questa situazione. Una mela bianca che di poco si sporge da uno sfondo altrettanto bianco. Il significato è molto semplice da tradurre: una nuova rinascita, ma con la stessa filosofia, che mira all’essenza dell’innovazione più pura.

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Il segno di una rinascita lo si può vedere anche da come è stata svolta la presentazione. Mai come quest’anno Apple ha voluto fare partecipe la propria utenza nella presentazione delle nuove creazioni. Aldilà dei problemi che ci sono stati per lo streaming, risultato di una grande risposta da parte del pubblico, l’allestimento dell’evento è stato svolto in modo impeccabile. Spuntino prima di entrare in sala, tante telecamere e giornalisti provenienti da tutto il mondo, una sala che poteva contenere anche più di 3mila persone, gli U2 e la loro fantastica musica, la sala di prova dei dispositivi dopo la presentazione e molti altri dettagli simili. La dirigenza Apple, tutti uniti verso un unico obiettivo, rendere all’utenza quello che negli scorsi anni non è stato dato a pieno. Tim Cook ha saputo coinvolgere il pubblico, con battute e video divertenti, proprio come faceva il caro Steve Jobs, quasi ricordandolo in alcuni momenti.

Infine i prodotti, forse la cosa più importante della serata, ma in realtà, se ne vediamo il lato morale e filosofico, la cosa che meno interessa. iPhone 6 e 6 Plus, due terminali dalle straordinarie potenzialità e prestazioni, che non hanno nulla da invidiare alla concorrenza, ma, al contrario, possono spargere saggezza sulle loro componentistiche. Apple Watch, la ciliegina sulla torta, che porta Apple in un mondo ancora poco conosciuto, gli smartwatch, ma che sarà la strada verso il futuro nei prossimi anni.

La mela è tornata in testa e ora sarà difficile recuperarla.

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