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Stitichezza: curarla senza farmaci si può

Secondo la metamedicina ognuno di noi può curare se stesso da solo analizzando le cause primigenie di ogni sintomo. La metamedicina, come suggerisce il termine “meta”, derivante dal greco, va “al di là” della medicina tradizionale e promuove il risveglio della coscienza tramite l’analisi della parte più inconscia del paziente che cela la radice del sintomo che lo affligge.

Prendendo in esame la stitichezza dal punto di vista della metamedicina, emerge che la probabile causa di questo disagio sia un trattenimento dei pensieri o delle idee oppure un trattenere controllato, ma spesso inconscio, dei sentimenti o delle azioni della persona stessa.

Il sintomo della stitichezza provoca una permanenza troppo lunga delle feci all’interno dell’intestino, dunque è collegato all’azione del non lasciare andare qualcosa, per esempio beni materiali che si pensa si useranno ancora ma che in verità non si utilizzeranno affatto o qualcuno per la paura di perderlo, di ferirlo o di arrecargli dispiacere.

Dietro questo problema si nasconde la paura di non essere amati o apprezzati e così s’innesca un processo mentale che gradualmente porta l’individuo a vivere per gli altri, a essere attento ai bisogni altrui ma non ai propri.

Di conseguenza questo contenersi causa, non solo il blocco delle feci nell’intestino, ma anche un ristagnamento dei nostri pensieri o idee, spesso legati al passato, che con il tempo mutano in preoccupazioni, affanni, sentimenti negativi, come la gelosia, che si vanno a sommare allo stato, già disagiato, della persona.

Per liberarsene sarà dunque necessario svincolarsi dai pensieri negativi e lasciarne fluire di nuovi, positivi e puliti cosicché anche l’individuo possa ingerire cibo nuovo ed espellerlo nel modo corretto, beneficiando alla propria mente e al suo organismo.

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