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La religione del futuro

La religione, una delle tematiche più discusse e combattute della storia, che ancora oggi crea guerre e disagi nelle popolazioni più ignoranti, soprattutto nel Medio Oriente. Ne abbiamo una conferma, purtroppo, ogni giorno, dai giornali, dalle televisioni e dalle radio, oltre che da Internet. Pensata come un idea di pace e progresso, la religione di oggi è essenzialmente basata sull’esatto contrario. Il problema è che parliamo di qualcosa di incomprensibile per alcuni, di perfettamente apprezzabile per altri, mentre per qualcuno assolutamente irreale. Tutti, però, non possono che riconoscere come la religione abbia trasformato il cammino dell’umanità nel corso dei secoli, scegliendo cosa era giusto o sbagliato, o sviluppando rituali dalla strana fattibilità, che molto spesso divergevano dal pensiero stesso di religione, qualsiasi essa fosse.

L’idea stessa di religione si è evoluta, assumendo conformità più umane e adatte alle esigenze della massa, poiché, ad oggi, la religione non è semplicemente un movimento, ma una vera e propria azienda, che deve badare alle spese e cercare di pubblicizzare il proprio prodotto ad una quantità sempre maggiore di persone. Questa nuova immagine della religione si può osservare con le aziende informatiche e tecnologiche, che spingono al massimo il proprio marchio e le persone che vi sono dietro, dagli stessi amministratori delegati ai più semplici funzionari, per far sentire il ‘popolo’ vicino a loro, quando, invece, si stanno solamente approfittando.

Apple, Microsoft, Google, Amazon, Samsung e tante altre, hanno trasformato quello che una volta era definito semplice business in pura religione, che non offre più un dispositivo con quattro chip messi in una scatoletta di metallo o di plastica, ma regala la porta per un futuro migliore delle vite di ognuno di noi, questo grazie ai colori degli schermi, derivati dalle applicazioni, dagli sfondi, dai servizi e dalle funzionalità sempre più collegate alla vita privata e all’intimo di ognuno di noi, permettendoci con un tasto di “condividere” ogni singola parte della nostra vita, e allo stesso tempo di decidere se “ci piace” quella di un’altra persona, che probabilmente, molto spesso, neanche conosciamo.

Microsoft Opening

Questa idea ha permesso a noi di essere felici, o almeno questo è quello che pensiamo di provare, perché semplicemente si è aggrappata ad una nostra esigenza-voglia, ovvero quella di sapere cosa fanno gli altri, e vantarsi di quello che noi stessi facciamo. Questo crea un circolo vizioso che porta il semplice oggetto tecnologico ad un utilizzo sfrenato, ogni giorno, ora, minuto e secondo, il che si trasforma in una vera religione. Pensiamo semplicemente ai negozi, che potremmo definire le Chiese di questa idea religiosa, qui troviamo persone disposte a spiegarci il prodotto o il servizio con frasi strutturate appositamente per fare abboccare all’amo qualsiasi essere ingenuo possa essere, anche minimamente, interessato.

Non so quanti di voi conoscono i testimoni di Geova, probabilmente in molti, ma non tutti sanno che dietro al semplice suono del campanello, o alle parole che vi vengono dette all’apertura della porta, vi è uno studio basato sulla gestualità e sulla tonalità della voce che mira ad acciuffarvi come pesci in una rete. Questo, ad oggi, è effettuato con grande maestria dalle pubblicità, che distribuiscono slogan come fossero noccioline e creano atmosfere gioiose o, al contrario, cupe, per intimorire, sia nel bene che nel male, l’utente.

Assistiamo, molto spesso, alle guerre fra queste società, come accade in Medio Oriente, da sempre, fra arabi e israeliani che, ormai accecati dall’ignoranza e dalle parole di chi si è approfittato di loro, uccidono persone e fanno stragi immani, tutto in nome di ‘Dio‘, ognuno il proprio. La religione del futuro è parallelamente collegata a quelle del passato e del presente, perché tende a mettere l’utenza in contraddizione e mira a dare delle risposte concrete alle problematiche che si vengono a creare in questi conflitti. Tutto è studiato a tavolino, ma noi non ce ne accorgiamo, perché in qualche modo siamo accecati dall’ignoranza che ci hanno insegnato ad avere, ovvero obbedire ad un’innovazione pilotata. La tecnologia è divenuta una materia così sensibile che, se viene, anche di poco, diretta verso una via sbagliata, potrebbe far crollare il castello di carte che l’uomo ha costruito con fatica e sacrifici.

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Pensiamoci un attimo, solo un secondo, ma chi ci dice che uno smartphone, un tablet o un computer siano veramente ciò che ci servirà in futuro? La risposta, soprattutto dopo la precedente spiegazione, viene da se: la religione. Come il cristianesimo, l’islamismo, il buddismo, e altri movimenti religiosi del mondo che hanno portato avanti le loro idee fino ad oggi, anche noi stiamo aprendo gli spiragli per una religione del futuro, caratterizzata, però, non dal bene di base, ma da una corsa agli acquisti frenetica che avviene ogni anno, senza la quale ci sentiamo fuori dal contesto sociale, emarginati da quello che la massa e la tecnologia stessa considera innovazione, e quindi rimaniamo soli e indietro, con la nostra ignoranza tecnologica che non ci permette di svilupparci come dovremo, anche senza nuovi dispositivi e prodotti.

Personalmente non sono religioso, anche se ho un nome che potrebbe richiamare l’idea, ma non ho mai compreso e condiviso a pieno ciò che queste persone, così devote e affamate di religione, affermavano e, ancora oggi, continuano a comunicare a chi non la pensa come loro. La tecnologia ha sicuramente cambiato il pianeta in cui viviamo, soprattutto negli ultimi 100 anni, rendendolo più flessibile e dinamico, attento a se stesso e più focalizzato sul singolo.

Ciò che però si prospetta, dalle ultime rilevazioni e studi fatte sull’utenza, è una tendenza al credo verso una azienda e un prodotto, più che, rispettivamente, la semplice ammirazione o l’utilizzo. Ciò delinea una problematica di stabilità che la nostra società sta vivendo negli ultimi anni, che non vede più le vecchie religioni come tali, smontate anche dal progresso tecnologico e scientifico, ma cerca conferma nei nuovi movimenti che puntano a regalare e costruire il futuro. Il pericolo, un domani, a differenza delle religioni antiche, è di trovarsi non più con un Dio sotto forma di ideale, come è sempre accaduto nella storia, ma con una divinità reale, concreta e vivente, che può decidere e muovere i pezzi del puzzle a proprio piacimento, soprattutto basandosi sui propri interessi economici, morali e di immagine.

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L’idea sulla tecnologia dev’essere basata sull’innovare e progredire, migliorando noi e ciò che ci circonda, provando anche a costruire il domani che verrà. Tutto ciò che pensiamo deve nascere dal nostro pensiero e non si deve mischiare a idee altrui. Dobbiamo fare attenzione a non divinizzare aziende e persone, perché a quel punto non potremo più tornare indietro, e saremo costretti a condividere la religione del futuro.

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