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Bundesliga: Il punto dopo la 3a giornata

Terzo giro di boa della nuova edizione di Bundesliga che oltre a confermare una salutare allergia alla “pareggite” (unico pareggio della 3a giornata è quello – tra l’altro quasi apocalittico per gol, cartellini, fatti e misfatti – tra Hoffenheim e Friburgo) fa registrare il primo esonero del campionato. Si tratta di Bruno Labbadia, vittima illustre, tecnico dello Stoccarda che per decisione del DS Bobic e soci abbandona una non facile panchina, rimpiazzato istantaneamente dall’allenatore dell’Under 17 Thomas Schneider. Squadra comunque “ammalata” e bisognosa di cure questo Stoccarda che raggiunto il poco onorevole 12° piazzamento nella scorsa stagione di Bundesliga ripartiva da zero con ambizioni proporzionate al suo nobile blasone e che però a zero è rimasto dopo le prime tre gare del nuovo campionato. Sicuramente la società non si è mossa bene sul mercato e quei pochi nomi di spicco come Abdellaoue, Leitner e Sakai stanno ampiamente deludendo ogni aspettativa. Ma se una valutazione complessiva sul mercato dello Stoccarda è ancora presto per effettuarla e nonostante la rosa sia rimasta fondamentalmente la stessa, e comunque competitiva sulla carta, Labbadia non può essere esente da colpe.

Con l’ Augsburg c’erano tutte le condizioni per portare a casa tre punti preziosi che avrebbero restituito fiducia all’ambiente, autostima ai giocatori e ossigeno al tecnico. La squadra allenata da Weinzierl ha innanzitutto meno qualità dello Stoccarda e neanche tutta questa divorante fame di vittorie, nonostante a quota zero come i biancorossi, considerando che nell’annata precedente ha atteso la 9a giornata prima di vincere una partita e alla fine si è salvata anche con qualche giornata d’anticipo. Punti sì, quelli ovviamente fanno comodo a tutti. Ma era l’avversario da battere senza se e senza ma e dal quale ripartire. Invece Labbadia ha completamente sbagliato la formazione concedendosi l’insensato lusso di cancellare dall’undici iniziale giocatori del calibro di Harnik e Traoré, gente che in tempi di pochezza tecnico-tattica – ma soprattutto di idee – a centrocampo, è manna dal cielo. E questo per conservare energie in vista di un altro scontro decisivo, quello di Europa League con i croati del Rijeka (altro tasto dolente della nuova stagione di Labbadia). Vedere in sostanza nel match contro l’Augsburg venir affidati compiti di regia a Boka che è un incontrista puro, qualche legittimo dubbio a Bobic poteva pur solleticare sulle reali condizioni psicologiche di Labbadia. A Stoccarda c’è un centrocampo che aspetta di essere ricostruito da più di un anno a questa parte. Labbadia non è stato in grado di farlo, ma non è stato neppure messo nelle migliori condizioni per poterlo fare, quindi dubitiamo che un allenatore delle giovanili possa, almeno per questa stagione, mutare uno stato di cose deficitario.

Altri club che in questo iniziale scorcio di stagione hanno dimostrato di non stare bene sono Schalke 04, Amburgo e Friburgo. Tutti e tre fermi a 1 punto dopo tre giornate e già a 8 punti di distanza dalla vetta ma, ciò che più conta, evidenziando problemi macroscopici a livello di gioco. Difese drammatiche (quasi 3 gol di media subiti a partita), attacchi spuntati (1 gol e poco più a partita) e centrocampi tutti da ripensare e che soprattutto mostrano preoccupanti scollamenti con gli altri reparti. Sono club dai quali, per qualità e talento delle varie individualità, forza del collettivo, ambizioni in funzione degli investimenti fatti, è lecito attendersi qualcosa di più e che devono assolutamente ritrovare la propria identità e il proprio gioco, perché esistono tutti i presupposti per poterlo fare, come la passata stagione ha dimostrato.

Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen, nonostante brutte tegole nel caso dei recenti infortuni di Thiago Alcantara (intanto si può consolare con l’esordio bavarese di Mario Götze) e Ilkay Gündogan, al contrario stanno decisamente bene. Guardiola, Klopp e Hyypiä stanno gestendo alla grande una partenza non semplice, condizionata da pressioni, aspettative e condizioni fisico-atletiche tutte in evoluzione, ora che si comincia ad entrare nel vivo dei giochi e che si iniziano a oliare i motori delle loro macchine fabbricagol. Bayern e Leverkusen, considerando la propria potenza di fuoco, hanno incominciato a produrre un notevole numero di occasioni per andare a segno, visto che la proporzione tra sfera delle possibilità e realizzazioni rimane sempre un po’ bassa. Il Dortmund, tranne i 4 gol dell’esordio, ci sta lavorando “limitandosi” per ora a dominare gli avversari mangiandogli letteralmente il campo.

Mainz e Hertha Berlino sono altre due belle realtà di queste fasi iniziali di Bundesliga. La squadra guidata da Tuchel è addirittura a punteggio pieno insieme alle grandi e con il suo calcio “provinciale”, umile, tatticamente intelligente, non è più neanche una sorpresa, ma per l’appunto una realtà solida e concreta che se riesce a mantenere questo tipo di mentalità “operaia” e questa continuità di prestazioni, può arrivare lontano. Sicuramente in zona europea. Oltretutto possiede una rosa di tutto rispetto, quantitativamente e qualitativamente, e giocatori che, come Nicolai Müller, sanno fare la differenza. L’Hertha, lo abbiamo già accennato varie volte, si sta facendo tramite di tutta una capitale europea che ha una voglia enorme di tornare a calcare le ribalte del calcio che conta, perlomeno in Germania. Ha alla guida un allenatore che funge da valore aggiunto poiché l’olandese Luhukay, oltre a possedere enormi capacità tecniche, ha grandi doti psicologiche e anche se non sembra un comunicatore à la Mourinho, sa come parlare ai suoi giocatori e, soprattutto, come motivarli, gestendo uno spogliatoio molto giovane, ma già affiatato e collaudato, dopo solo un anno di lavoro. Una squadra alla quale Luhukay ha saputo dare non solo un gioco ma tanta personalità. E i risultati per ora lo premiano.

Per quanta riguarda il resto, da sottolineare la prima agognata vittoria per l’ Eintracht Francoforte nel cosiddetto “derby della Concordia” contro la neo-promossa Eintracht Braunschweig, segno di un’escalation nella crescita di una squadra che l’anno scorso riusciva a garantire continuità di risultati e buon gioco. Il nuovo acquisto Kadlec non ha fatto vedere meraviglie e a sbloccare la situazione di stallo ci ha pensato il solito Meier, però è un Francoforte che nell’ottica di Armin Veh sta compiendo dei passi in avanti per ritrovare proprio quelle prerogative costitutive del dna di questa squadra. Parallelamente sta crescendo anche Inui, sempre più presente nel gioco ma ancora non ai livelli d’intensità ai quali ci aveva abituato.

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