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Bundespettacolo: Analisi della 1a giornata di Bundesliga

La nuova stagione di Bundesliga 2013-2014 è partita subito in quarta con una 1a giornata che, seppur non concedendo troppe sorprese, ha regalato spettacolo, emozioni e soprattutto gol. Tanti. Quasi un record i 37 centri registrati nel primo spieltag con una media gol a partita impressionante di 4,1 a dimostrazione del fatto che la massima serie tedesca si candida a diventare in tutto e per tutto la top league di riferimento in Europa.

Sarebbe stato assurdo pensare al fatto che la totalità dei club avesse già raggiunto la forma ottimale a neanche 3 mesi dalla conclusione del campionato scorso, tuttavia quasi tutte le squadre si sono presentate pronte al primo appuntamento che conta evidenziando una condizione fisico-atletica molto più che accettabile, sintomo che in Germania esistono metodologie e programmi preparatori e di allenamento efficaci, tanto che rose e giocatori giungono a fine stagione con carichi di fatica assai meno gravosi se confrontati con quanto avviene in altri Paesi, nei quali occorre sempre tenere in considerazione il pericolo costituito dai vistosi cali fisici di metà campionato, in particolar modo dopo la pausa invernale.

Vero che anche la Bundes, come per altro la Liga spagnola o la Premier League inglese, si sta sempre maggiormente direzionando verso una élite di club ristretta, un’oligarchia di nomi che tende a sparigliare la concorrenza per la conquista finale del Meisterschale, ma rimane comunque vero che negli ultimi dieci anni di Bundesliga si è assistito a un torneo molto eterogeneo e combattuto. Le ragioni vanno chiaramente rintracciate nell’essenza del calcio contemporaneo: le società con maggiori possibilità economiche sono statisticamente quelle più vincenti. In Germania però non vince solo il calcio dei più ricchi, il paradigma è piuttosto quello delle società meglio organizzate e più lungimiranti. Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen, Schalke 04 e, fino a qualche tempo fa, Wolfsburg sono lì a testimoniarlo. Il Bayern Monaco è sempre stato una corazzata, e con tempo, razionalismo e progettualità è diventata una superpotenza, eppure fino a soli 2 anni fa era il Borussia Dortmund a dettare le regole del gioco. L’azionariato popolare delle società tedesche è il modello economico applicato al calcio più intelligente per calmierare lo strapotere dei magnati e dei ricconi, naturalmente però deve seguire regole ben precise di mercato incontrando anche quelle che sono le logiche di marketing finalizzate ad incrementare bacini di utenza non necessariamente legati per tradizione ai club sportivi. Questo è uno dei segreti per cui può capitare che Gelsenkirchen o Wolfsburg abbiano indotti maggiori di realtà storico-geografiche ben più importanti come Amburgo, Berlino o Francoforte.

Tornando al calcio giocato di questa 1a giornata diviene subito evidente come questo ristretto perimetro costituito dalle prime della classe abbia voluto partire immediatamente col piede giusto sbaragliando le avversarie. Bayern e Dortmund non hanno incontrato ostacoli nell’affrontare squadre oggettivamente meno attrezzate come Borussia Mönchengladbach e Augsburg, il Bayer Leverkusen ha dimostrato grande autorità sul Friburgo, rivelazione della scorsa stagione e team da prendere sempre con le pinze e che però sta sottovalutando le proprie ambizioni avendo operato malissimo sul mercato. Sulla falsariga della squadra allenata da Streich anche l’ Eintracht Francoforte ha fatto una pessima figura rimediando una sconfitta umiliante dall’ Hertha neo-promosso. Tutto ciò è la prova lampante del fatto che se i capitali (nel caso di Friburgo e Eintracht dell’ Europa League), pochi o tanti che siano, non rientrano in un progetto d’investimenti di più ampio respiro, poi i risultati sono quelli che sono, con rose rimaste ferme al palo e sistemi di gioco non aggiornati. Siamo allora pronti a scommettere che in tale chiave la next big thing di questa Bundesliga potrebbe essere il Mainz 05 il quale capendo forse che quella situazione di medio-bassa classifica non avrebbe rotto lo stallo, ha deciso di vendere alcuni pezzi pregiati dello scacchiere per acquistarne di nuovi e probabilmente di maggior valore. Una rondine non fa primavera ma il match contro lo Stoccarda ha messo in luce un Mainz in assoluto più sicuro, autoritario e organizzato di come eravamo abituati a vederlo.

Hannover, Norimberga e Hoffenheim sono casi molti analoghi a quello di Magonza, ovvero di club che intendono rendere conto ai tifosi dell’operato non esaltante delle passate stagioni e hanno cominciato a pensare, rielaborare e progettare con più lungimiranza rinverdendo le rose e alimentando ambizioni più grandi ma sempre dimensionate alle proprie possibilità. Intanto i risultati sul piano del gioco sono estremamente convincenti.

L’ Amburgo è una grande decaduta che pian piano sta cercando di uscire dalle tenebre di un tunnel assai lungo che due anni fa ha condotto la squadra al 15° piazzamento rischiando seriamente la retrocessione (come se da noi retrocedessero Roma, Napoli o Fiorentina, per intendersi), ha trovato in Thorsten Fink un tecnico preparato e capace, in grado di non fallire il match clou con lo Schalke 04 facendo riacquistare una grande grinta alla squadra dopo una pre-season così così che infatti si è battuta generosamente meritando anche qualcosa di più. Presupposti giusti per un club che dovrebbe avere l’obbligo morale di rinascere.

Misteriosi (diciamo così) al contrario gli atteggiamenti di Wolfsburg e Werder Brema. Il primo sta mettendo in evidenza seri problemi a livello ancora una volta progettuale. Dopo il titolo conquistato nel 2009 sembra ripiombato in un incomprensibile limbo, non si capisce quale tipo di direzione voglia prendere la società, quali siano in sostanza le ambizioni e gli obiettivi del club. C’è sostanzialmente poca chiarezza da parte di Haase e soci. Quest’anno mercato in entrata inesistente e Diego praticamente separato in casa. Mediocrità a livello di gioco, anche se la duplice espulsione contro l’Hannover chiaramente ha pesato tanto. Identico discorso per il Werder, costretto a cambiare tecnico solo in seguito alla dipartita di comune accordo di Schaaf, guida storica dei biancoverdi. Forse a Brema pensano che Dutt sia l’uomo dei miracoli, ma la vittoria contro l’ Eintracht Braunschweig è solo figlia del caso, e il caso in Bundesliga non ha diritto di cittadinanza. La realtà è molto più prosaica e amara di quel volo pindarico di Junuzovic che ha regalato la vittoria al Werder, e cioè quella di una compagine sostanzialmente debole che si è ulteriormente indebolita dopo che De Bruyne è tornato a giocare dalle parti di Stamford Bridge.

Per il resto lo scenario, lo ripetiamo, è stato spettacolare e ancora una volta sui palcoscenici di teatri gremiti di folla (as ever) i riflettori si sono accesi sui grandi protagonisti in grado di rubare sempre la scena, e così Robben, Kiessling, Lewandowski, Aubameyang (esordio col botto per lui, tripletta da annali di Bundesliga), Huntelaar, Nicolai Müller, Ibisevic, Allagui, hanno colorato di magico, come sono sempre abituati a fare, la prima giornata di un viaggio lunghissimo, magari senza eccessive sorprese ma tra i più emozionanti d’Europa.

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