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La città di Shenzhen chiude le app “taxi-finding”

La Cina è sicuramente più avanzata degli altri nell’utilizzo delle tecnologie. Ad esempio fino a poco tempo fà si poteva chiamare un taxi semplicemente utilizzando un’app per smartphone. Ma ora le autorità della città di Shenzhen hanno dato il giro di vite su questa faccenda, chiudendo queste applicazioni. Il motivo sarebbero gli standard di sicurezza e normativi troppo bassi che permettevano addirittura ai conducenti di accettare o rifiutare i loro clienti.

Come previsto dal regolamento della Commissione dei Trasporti del Comune di Shenzhen, alle compagnie di taxi viene imposto di esortare i loro autisti a cessare la prenotazione delle corse tramite l’applicazione di “taxi-finding” e di stare in guardia ed eventualmente segnalare chi la usa impropriamente. Coloro che continueranno ad usare il servizio mobile verranno registrati in un pratica per disonestà e questa inviata alla valutazione interna per il sanzionamento.

Il dipartimento dei trasporti comunque tranquillizza gli utenti dicendo che, nonostante si stiano prendendo provvedimenti per scongiurare un’instabilità nel settore e regolarizzare la disciplina delle app mobile di “taxi-finding”, questo vuole essere solo un incentivo all’uso di questo comodo servizio e si dice pronto ad accogliere la promozione e l’utilizzo di tale software a patto che gli sviluppatori si adeguino ai necessari standard di sicurezza. Voci non confermate riferiscono inoltre che le autorità di Pechino sarebbero favorevoli invece di una piattaforma unificata di tale servizi che funzionerebbe in collaborazione con le aziende private regolarizzate.

Di sicuro c’è che la mossa del Dipartimento dei trasporti di Shenzhen ha procurato dei bei grattacapi agli sviluppatori; uno di loro, con sede a Pechino, ha addirittura ricevuto una notifica a cessare la promozione del suo servizio “taxi-finding” all’interno città. La Cina insomma si riconferma uno che più fa sentire il peso e la severa restrizione del controllo delle autorità. E non è chiaro se questo sia un bene o un male per il lavoro degli sviluppatori di servizi. Voi che ne pensate?

fonte | TheNextWeb

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