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Assorbenti interni: modo d’uso, vantaggi e controindicazioni

L’assorbente interno, nonostante la sua ottima utilità, diciamolo, non è per tutte. Un po’ per la poca praticità, un po’ per paura, molte donne ricorrono ai classici assorbenti esterni. L’assorbente interno è indubbiamente una valida alternativa ai classici assorbenti in quanto più discreto e igienico.

Grazie ad essi infatti, si può fare tutto, da un tuffo in piscina all’indossare minigonne, shorts e leggings. Detto questo, c’è da precisare che vi è la possibilità di riscontrare alcune controindicazioni in seguito all’utilizzo di questi assorbenti. Gli assorbenti interni non vanno assolutamente utilizzati in caso di ipersensibilità al materiale, in caso di infezioni vaginali o vaginiti.

L’applicazione va effettuata in modo del tutto tranquillo e rilassato, in quanto se il muscolo elevatore dell’ano è troppo contratto può risultare difficoltoso il suo inserimento. Questo particolare assorbente va cambiato spesso e alternato con quello esterno, per esempio di notte. In passato si pensava che gli assorbenti fossero i responsabili della sindrome da shock tossico, notizia che si rivelò poi infondata.

I materiali di cui sono fatti questi particolari tamponi, oggi, non provocano alcun tipo di problemi, né shock tossici, né infezioni e né tantomeno la perdita della verginità. Maneggiare un assorbente interno, per molte donne, può risultare difficoltoso. Pertanto prima di utilizzarlo, si consiglia un consulto ginecologico. Quest’ultimo sarà in grado di fornire le giuste istruzioni per il corretto inserimento del tampone interno.

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