Nell’articolo precedente abbiamo capito cosa si intende per agricoltura e metodi di allevamento “biologici”, adesso vediamo di capire effettivamente quanto ci conviene, in termini di vantaggi per la salute, mangiare biologico.
Vediamo insieme le questioni più spinose:
I pesticidi sono del tutto esclusi?
I metodi di coltura bio escludono l’utilizzo di sostanze chimiche, ma anche nelle produzioni biologiche c’è la necessità di usare agro-farmaci e antiparassitari definiti “non di sintesi” perché ricavati da elementi presenti in natura (come ad esempio il rame o il rotenone, un insetticida molto pericoloso perché non agisce in modo mirato ma colpisce qualsiasi organismo presente nell’ambiente circostante). Però è stato visto che, nelle urine di soggetti nutriti con il biologico, le tracce di pesticidi erano nettamente più basse rispetto a individui che si alimentano in modo tradizionale.
E gli antibiotici?
In Europa è consentito il ricorso alla medicina convenzionale, e in caso di malattia, gli antibiotici non sono del tutto esclusi, anche se esistono dei limiti: se i trattamenti antibiotici sono più di tre in un anno, gli animali devono essere sottoposti a una sorta di processo di “riconversione” verso un allevamento non biologico.
I cibi bio sono più gustosi e nutrienti?
Sono in molti a ritenere che il latte e altri prodotti biologici siano più profumati e saporiti di quelli convenzionali. In realtà perché un cibo sia ricco di nutrienti, più che il metodo di coltivazione bisogna tener presente anche altri aspetti come le caratteristiche genetiche della specie coltivata, le condizioni climatiche, l’esposizione alla luce, la qualità del suolo. Il gusto, poi, è determinato da fattori culturali e dalla familiarità con certi sapori.
Perché devo pagare di più?
Il biologico costa caro, anche se oramai non si tratta più di un commercio di nicchia riservato solo a pochi negozi specializzati. Infatti, anche la grande distribuzione sta allargando sempre più gli spazi dedicati ai prodotti biologici. Comunque è sempre vero che le aziende biologiche continuano a sostenere spese maggiori delle altre, a cominciare dai costi di certificazione, che sono a carico dei produttori. In ogni caso il vero trucco per spendere meno, biologico o no, sta nel cucinare a casa propria partendo dalle materie prime ed evitare i prodotti confezionati. Un esempio? Un’insalata in busta costa circa due volte e mezzo in più rispetto alla stessa insalata sfusa.
Ci vuole testa, insomma. Quella del biologico è pur sempre un’industria alimentare. Sta a noi decidere sempre cosa acquistare, cucinare e mettere nel piatto.