Un recente studio condotto da scienziati afferenti alla University of Canterbuty in Nuova Zelanda e coordinato da J.Canales, ha permesso di evidenziare l’esistenza, all’interno del cervello, di un recettore chimico che sembrerebbe rivelarsi molto utile al fine di eliminare o almeno ridurre al minimo le gravi crisi di astinenza da droghe pesanti come la cocaina, che attualmente rappresenta la sostanza stupefacente con un numero dilagante di persone dipendenti.
Questo recettore è distibuito in alcune zone del cervello ed è stato denominato trace amine-associated receptor 1. Gli studi compiuti sui topi hanno evidenziato che nei roditori dipendenti da cocaina o da metanfetamine, quando questo recettore veniva attivato, gli animali smettevano di autosomministrarsi tali droghe.
Questi risultti possono essere spiegati ipotizzando, cosa poi confermata dalla ricerca, che il recettore non permetteva alla cocaina e metaftamina di stimolare il rilascio di dopamina nei centri del piaceere e della ricompensa.
La sua carattersticia fondamentale è quella di essere molto sensibile alla somministrazione di alcuni farmaci che possono essere utilizzati per disattivare il desiderio compulsivo di cocaina che spinge a lvello comortamentale, a ricercarla con ogni mezzo.
Attulmente, la speranza dei medici e ricercatori, è che gli effetti di questo recettore possano estendersi ad altri tipi di dipendenze come quella da alimentazione compusiva ed incontrollata, dall’alcol ed anche nella nociva dipendenza da nicotina, che abitualmente vene assunta in grande quantità fumando sigarette.