La stagione della Lazio sta andando a gonfie vele, dato che la formazione di Inzaghi sta centrando tutti gli obiettivi stagionali, frenata solo da alcune decisioni arbitrali che hanno fatto perdere qualche punto in classifica. A mettersi in luce oltre alle colonne Luis Alberto, Immobile e De Vrij, c’è stato anche Sergej Milinkovic-Savic, per il quale è arrivata la vera e proprio consacrazione a fenomeno assoluto durante questi primi mesi di campionato. In stagione il serbo ha già raggiunto 7 gol e 4 assist, collezionando anche la prima convocazione in nazionale e suscitando l’interesse di parecchi top team internazionali.
Milinkovic è alla terza stagione in biancoceleste, ma solo alla seconda da titolare. Nella prima parte della sua esperienza in maglia Lazio, infatti, Pioli prima e Inzaghi poi gli hanno sempre preferito Onazi, ceduto solo nella stagione scorsa. Con la conferma di Inzaghi e la cessione del nigeriano, Milinkovic è diventato definitivamente colonna portante del centrocampo laziale, giocando da protagonista come mezzala sia nel centrocampo a 3 che in quello a 5 varato in questa stagione. Lo scorso anno le sue qualità sono venute fuori soprattutto nei derby di Coppa Italia, vinti grazie anche ai suoi due gol. In estate il patron Lotito ha rifiutato offerte di oltre 40 milioni per il classe 1995, visto come promessa del calcio europeo, versando anche 5 milioni nelle casse del Genk per annullare il bonus del 10% da riconoscere alla vecchia squadra di Sergej. Una scommessa che sembra aver dato i suoi frutti, in quanto ora, grazie al rinnovo firmato in estate, il valore del centrocampista serbo si aggira sui 100 milioni, cifra astronomica per una società come la Lazio. PSG, Manchester United e Juventus stanno monitorando la situazione e in estate probabilmente si aprirà una vera e propria asta.
Per analizzare le doti di Milinkovic basta fare una semplice considerazione: il serbo ha tutto, straripando sia per qualità che, soprattutto, per quantità. Vedendolo giocare, infatti, è facilissimo notare il fisico da vero e proprio granatiere (192 cm per 80 kg), al quale fanno da contraltare due piedi da regista e un dribbling da vero numero 10. I suoi punti di forza sono due caratteristiche assolutamente eterogenee tra di loro, ovvero il colpo di testa e l’abilità con la suola. Il passato da giocatore di basket lo rende il giocatore la cui elevazione nello stacco di testa è la migliore nella Serie A, mentre le abilità palla al piede nonostante la mole non lo farebbero sfigurare neanche sul parquet di un campo da calcio a 5. Per rendersi conto delle sue due doti migliori basta guardare due momenti emblematici della sua esperienza in biancoceleste: il gol contro il Pescara nella passata stagione, e l’assist per il gol di Caicedo a Genova con la Samp di un mese fa. Mentre nel primo episodio è evidente lo strapotere fisico da mediano nei contrasti aerei, nel secondo il serbo dimostra velocità palla al piede, dribbling e visione di gioco da trequartista puro. Il paragone con Paul Pogba può apparire scontato, anche se nello strapotere fisico e nella classe ricorda più forse il primo Yaya Toure, uno dei centrocampisti più forti degli ultimi 10 anni.
Un diamante ormai non più così grezzo a Formello, che Inzaghi dovrà essere bravo a continuare a valorizzare sotto il profilo tecnico, prima che Lotito possa valorizzarlo sotto quello economico.