Si è chiusa lunedì una delle sessioni di calciomercato meno appassionanti degli ultimi anni, soprattutto in Italia. Il gran finale non c’è stato, e big come Juventus, Milan, Lazio e Napoli sono rimaste pressoché immobili. Tanti i rumors, da Lavezzi a Banega, ma pochi gli acquisti effettivi. Sono mancati sicuramente i fondi, ma anche le idee, in una sessione che ha visto il ritorno di tantissimi calciatori che hanno già calcato i campi di Serie A.
Zarate, Pato, Guarin e i misteri del calciomercato (di ritorno) https://t.co/tRiL5LtB4I pic.twitter.com/BJ6QytvuoK
— Corriere della Sera (@Corriere) February 2, 2016
Fra le squadre che si sono mosse meglio c’è sicuramente la Fiorentina. Pradè ha regalato a Sousa una rosa competitiva per la lotta Champions, liberandosi degli esuberi Iakovenko, Suarez, Rebic e soprattutto Giuseppe Rossi, ceduto al Levante, facendo riaffacciare nella massima serie italiana calciatori come Mauro Zarate e Benalouane, e portando a Firenze ottimi elementi come Tello dal Barcellona, Tino Costa dal Genoa e Kone dall’Udinese. Bene la Roma, che ha acquistato negli ultimi giorni di mercato, dopo aver sostituito Garcia con Spalletti, Zukanovic, Perotti ed El Shaarawy, che fra assist e gol hanno già regalato 6 punti ai giallorossi con Frosinone e Sassuolo. Preso inoltre il gioiellino H’Maidat girato all’Ascoli in prestito, e ceduto in prestito Doumbia al Newcastle. Ma i veri colpi in uscita sono quelli che hanno riguardato Gervinho, passato ai cinesi dell’Hebei, e Iturbe, approdato al Bornemouth, che hanno fruttato alle casse dei capitolini quasi 30 milioni.
Pronto per cominciare questa nuova avventura… Con umiltà, lavoro e sacrificio… @OfficialASRoma
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Inter e Milan hanno pensato più a cedere che ad acquistare, con i nerazzurri che hanno venduto Ranocchia e Dodò alla Samp e Guarin allo Shangai, acquistando il solo Eder proprio dai blucerchiati. Non è arrivato dunque il tanto richiesto regista da Mancini, ma Banega è stato bloccato per giugno. Il Milan invece ha ceduto Cerci e Suso al Genoa, mentre ha girato il rientrante El Shaarawy dal Monaco alla Roma. Rescisso il contratto di De Jong, mentre in entrata si è registrato il solo ritorno a Milanello di Boateng. Ferma la Juve, che ha solamente girato Marrone in prestito all’Hellas Verona, mentre il Napoli ha ceduto Zuniga al Bologna, De Guzman al Carpi e Henrique al Fluminense. I partenopei hanno inoltre preso Grassi, promettente centrocampista ex Atalanta e soprattutto Vasco Regini dalla Sampdoria. La Lazio, nonostante i numerosi problemi nel reparto arretrato, è rimasta immobile, e i tifosi hanno visto il solo Bisevac sbarcare a Formello. Il centrale serbo però ha già subito un infortunio ad Udine, che non ha comunque convinto la dirigenza biancoceleste a prendere un altro difensore. Rimasti a Roma tutti gli esuberi, da Morrison a Braafheid, fino ad Onazi, che hanno bloccato sul nascere le trattative per Dramè e Tissone. Preso per giugno il portiere Vargic, e Ronaldo Pompeu, girato alla Salernitana.
Il Torino ha riabbracciato Immobile, il Bologna ha preso Constant, Zuniga e Floccari, l’Empoli Ariaudo, la Samp dopo le numerose cessioni ha riportato a Genova Quagliarella, e ha trovato dall’Inter Dodò e Ranocchia. Il Frosinone ha ceduto ai blucerchiati Diakite, sostituendolo con il centrale ex Torino Pryima. I ciociari hanno acquistato anche Kragl e Bardi, cedendo Verde. Tanti movimenti per il Genoa, che ha preso Cerci, Gabriel Silva, Matavz, Suso e Rigoni, a fronte delle cessioni di Perotti, Cissokho, Gakpe e Mandragora. Addio all’Atalanta per German Denis e Moralez, venduti a Independiente e Leon. Gli orobici hanno rimpiazzato gli argentini con gli italiani Diamanti e Borriello. Carpi che oltre ad aver ceduto l’attaccante ex Roma, ha venduto anche Spolli e Lazzari, acquistando Mancosu, Sabelli, Verdi e de Guzman. Emanuelson al Verona, Halfreddson all’Udinese, Trotta e Sensi al Sassuolo, Floro Flores al Chievo che ha però ceduto il bomber Paloschi allo Swansea.
Pochi colpi degni di nota, che hanno confermato la tendenza di Napoli e Juve a sposare la filosofia del “squadra che vince non si cambia”. Vedremo a maggio chi avrà avuto ragione.