L’ISIS potrebbe vedere limitata la propria capacità di propaganda online se le aziende iniziassero a impegnarsi seriamente nel tentativo di tenerli fuori dal web aperto. Questo almeno è il pensiero di Jared Cohen, Google’s head of ideas.
Intervenuto al Royal Institute of International Affairs, Cohen ha parlato del sistema che ha permesso allo Stato Islamico di diffondere la propria immagine in tutto il mondo sfruttando la rete. I membri dell’ISIS vengono spesso lodati come “innovatori” nel campo della propaganda terroristica online. Sanno utilizzare benissimo strumenti di editing video e servizi che permettono di avviare comunicazioni via web difficilmente rintracciabili.
Secondo il The Guardian, tutta questa attenzione rivolta dai media verso il sistema di propaganda online dell’ISIS li ha resi più grandi e attraenti agli occhi di potenziali reclute.
Imprendendo all’ISIS di muoversi liberamente sul web, spiega Cohen, si arriverebbe a una diminuzione del numero dei messaggi propagandistici e delle risorse a loro disposizione. Questo, naturalmente, non si tradurrà in una sparizione improvvisa dell’ISIS ma così facendo le forze dell’ordine e i governi potranno concentrare i loro sforzi soltanto in quella parte del web non aperta a tutti.
Cohen ha concluso il suo intervento paragonando le attività dell’ISIS a quelli che sfruttano le moderne strategie web per tenere traccia degli utenti che acquistano online. Invece di indirizzare verso i loro obiettivi della pubblicità mirata, l’Is invia messaggi o immagini propagandistiche.