Valeria Solesin è morta in seguito agli attentati di Parigi del 13 novembre. La 28enne ricercatrice veneziana a la Sorbona è stata uccisa durante l’assalto terroristico al teatro Bataclan dove era andata assieme al fidanzato e a degli amici, rimasti illesi. A darne conferma è stata la Farnesina in una nota. Il ministero degli Esteri informa che, a seguito delle procedure previste dalle autorità francesi, poco fa è stato concesso alle autorità diplomatiche italiane l’accesso alla sala dell’istituto di medicina legale dove sono composti i corpi delle vittime degli attentati terroristici.
Le autorità diplomatiche italiane hanno così potuto riscontrare corrispondenza con gli elementi identificativi forniti dalla famiglia della connazionale Valeria Solesin. Ora il riconoscimento formale spetterà ai familiari e potrà essere effettuato solo dopo la procedura di autopsia disposta dalla magistratura francese. Il console ha assicurato che al momento non risultano altre vittime italiane.
Il riconoscimento formale spetterà ai familiari
I genitori di Valeria avevano perso le speranze già venerdì: «Saputo dell’accaduto siamo andati a letto con la certezza che nostra figlia era morta e così è stato», ha detto Alberto Solesin, padre della 28enne veneziana. «Era una persona meravigliosa – ha detto la Luciana, la madre – e non lo dico come mamma. In questo momento l’unica cosa che ci preme è ricordare che nostra figlia era una persona, una cittadina e una studiosa meravigliosa. Mi mancherà molto e credo che mancherà anche al nostro Paese, all’Italia, per le doti che aveva».
Espressioni di cordoglio per la morte della ragazza sono arrivate dal mondo politico ma anche da rappresentanti di quello dello spettacolo e dello sport. Sergio Mattarella ha sottolineato che «Valeria era figlia d’Italia e d’Europa. È stata uccisa, insieme a tanti altri giovani, perchè rappresentava il futuro dell’Europa, il nostro futuro. Per ricordare Valeria, il premier Matteo Renzi, invece, ha promesso che verrà istituita una borsa di studio.