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Uber: tra numeri, politici e prezzi scorretti

Quattro anni fa veniva lanciata a San Francisco Uber, l’applicazione anche da noi tanto conosciuta e che è arrivata ad essere nelle prime posizioni delle app più odiate del momento. Il motivo di tutto ciò è sicuramente la bufera che si è creata attorno al servizio stesso. Uber, è, riassumendo, un’applicazione che ci permette di far arrivare dove meglio preferiamo un autista con auto per un servizio di trasporto a pagamento, diciamo una specie di taxi coadiuvato da un servizio mobile a portata di tap.

La bufera nasce proprio da questo, visto che i tassisti, le varie associazioni e così via, hanno protestato anche animatamente contro tale servizio, che si è rivelato in più occasioni politicamente scorretto. Se vogliamo utilizzare come esempio un evento recente, basta riferirsi a quello accaduto oggi a Sydney, dove un uomo con “ideali” islamici radicali, ha minacciato di far saltare in aria una cioccolateria. Proprio in quest’occasione, Uber ha alzato di moltissimo i prezzi nella zona interessata, sfruttando in modo non corretto l’accaduto.

Sta di fatto che Uber continua a risultare tra i servizi del genere più utilizzati, addirittura, secondo le ultime stime, Uber varrebbe ben  $40 miliardi. Un’altra ricerca ha inoltre constato come in USA siano moltissimi i politici ad utilizzare il servizio, in maniera quasi continua, come se avessero in pratica “affittato” autista ed auto. Stiamo parlando quindi di un servizio mobile andato ben oltre i suoi intenti iniziali, in maniera non del tutto corretta, forse.

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