C’è ancora la sfida all’Italia per l’Eintracht Francoforte. Dopo aver superato per due volte la Lazio nel girone di qualificazione di Europa League, nel sorteggio degli ottavi ecco un’altra squadra italiana sul cammino dei bianconeri: l’Inter di Luciano Spalletti.
Difficile dire chi vincerà, di certo possiamo scommettere sul fatto che sarà una sfida difficilissima per entrambe le squadre, desiderose di arrivare fino in fondo. Il 4-1 rifilato allo Shakhtar Donetsk nei sedicesimi (squadra esperta e di categoria), ha dimostrato come il Francoforte abbia tutte le carte in regola per dire la sua anche contro la compagine italiana. Entusiasmo e fora fisica sono le sue armi migliori.
ANALISI – L’Eintracht ha dimostrato di essere una squadra vera, quasi meglio di quella vittoriosa lo scorso anno in DFB Pokal sotto la guida di Niko Kovac. Il neo tecnico Adi Hütter, dopo un inizio disastroso, ha trovato il bandolo della matassa costruendo un gruppo solidissimo e di grande qualità grazie anche all’esplosione di Luka Jovic, 20 gol in stagione (+5 assist) e prestazioni da fenomeno vero (come i 5 gol segnati in campionato contro il Fortuna Dusseldorf) che hanno offuscato persino la stella croata Ante Rebic, l’altro uomo in più delle Aquile.
L’Eintracht è una squadra molto furba e tosta, brava a chiudersi in contropiede e ripartire in velocità sulle corsie esterne (con Kostic e Da Costa) ma migliorata negli ultimi mesi anche nel possesso palla e nella facilità di imporre il proprio gioco. Il ritorno di Sebastian Rode ha dato forza al centrocampo mentre l’innesto di Hinteregger in difesa ha dato centimetri ed esperienza a tutto il reparto.
TIFOSI – L’Eintracht Francoforte non è solo campo. La forza delle Aquile è soprattutto nei suoi tifosi, capaci di coreografie straordinarie in casa dove ogni gara è segnata dal Sold out anche mesi prima della partita. E’ in trasferta poi che i bianconeri danno il meglio di loro. Non c’è trasferta dove i supporters tedeschi non siano andati in massa (16.000 a Bordeaux, 10.000 a Roma, 5000 a Cipro) facendo giocare la loro squadra come se stesse in casa.