Quando qualcuno in futuro cercherà di spiegarvi il significato di Resilienza, gli basterà usare il termine Amburgo. E si, perché l’Amburgo calcio è l’essenza vera del sapersi rialzare dopo una sconfitta, del sapersi difendere e salvarsi anche quando tutto sembra spacciato. Amburgo significa sapersi rinnovare e fortificare davanti alle difficoltà. E di difficoltà negli ultimi 11 anni, i poveri tifosi di una delle squadre più blasonate di Germania e d’Europa, ne hanno dovute superare e sopportare davvero tante. In patria li chiamano Dinosauri, e proprio come i primi abitanti della Terra hanno dentro di loro la forza di adattarsi e vivere in ogni circostanza.
Basti pensare che l’Amburgo in questi anni ha cambiato ben 14 allenatori, 3 Presidenti, svariati direttori sportivi e decine e decine di calciatori. Non ha saputo creare una struttura societaria all’altezza, svendendo giocatori di qualità e comprandone al contrario altri di indubbio valore e provenienza. Insomma, un vero cataclisma. Così da almeno 5 anni, l’Amburgo lotta con le unghie e con i denti per non retrocedere, riuscendo sempre nell’impresa di mantenere la categoria e impedendo così al suo celeberrimo orologio (quello che indica il tempo in cui l’Amburgo è rimasto in prima divisione e ne certifica il fatto di essere l’unica squadra tedesca a non essere mai retrocessa) di spegnersi e azzerarsi.
Guerriero Titz – In questa stagione le cose sembravano andare addirittura peggio degli anni passati. Tre tecnici cambiati, lo spogliatoio che sembrava una polveriera e il terzultimo posto che appariva come una chimera. Quando fu cacciato Hollerback (il quale aveva già sostituito Gisdol) e fu ingaggiato il tecnico della U23 Christian Titz, anche i tifosi più ottimisti hanno pensato ad una mesta resa del club alla retrocessione. Invece Tizt, faccia e corpo da guerriero vero, ha portato nel club la scossa che serviva, risvegliando i calciatori da un torpore dal quale sembravano non svegliarsi più. Subito sono stati puniti Mavraj e Walace, rei di non impegnarsi a sufficienza e di aver disertato alcuni allenamenti con scuse inventate. I due calciatori, punti fermi delle precedenti gestioni, sono stati relegati a giocare con la U23 in Reggionalliga. Il suo pungo di ferro ( e la nomina a Presidente di un altro guerriero come Hoffmann) ha rivoltato tutto, portando in prima squadra tanti ragazzi di valore (allenati dallo stesso Tizt in U23) come Steinmann e Ito e riportando tra i pali Pollersback, portiere della U21 tedesca che non trovava più spazio. Con Titz sono ri-esplosi anche calciatori come Holtby e Hunt, messi finalmente a giocare nel loro ruolo naturale e tornati ad essere leader. Con un semplice ma camaleontico 4-1-4-1, Titz ha ridato imprevedibilità alla squadra, una delle qualità che mancava ad un gruppo che scendeva in campo senza sapere cosa fare.
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Risultato? L’Amburgo ha cominciato a lottare, quello che sembrava non riuscire più a fare da mesi. I valori tecnici sono rimasti gli stessi ma la squadra ha iniziato a mordere come sognavano e chiedevano da tempo i suoi tifosi. Persino lo stadio, che giustamente iniziava a non regalare più i consueti sold out, ha ricominciato ad essere un catino pieno di entusiasmo. Così dai -9 punti per la salvezza, l’Amburgo è arrivato a -5 dal terzultimo posto e sabato prossimo sfiderà il Wolfsburg in uno scontro diretto che può valere la stagione. La strada è ancora lunghissima e forse impossibile, però quello che si è visto nell’ultimo mese ha ridato speranza ai tifosi dell’Amburgo, massacrati (e non stiamo esagerando) da anni di delusioni e mala gestione. Di cosa essere ottimisti? Titz è un tecnico sul quale si può puntare anche nel futuro e la rosa, con i tanti giovani esplosi, può crescere nel futuro prossimo in un progetto molto interessante. E forse la 2Bundesliga, potrebbe essere anche un valore aggiunto per poter lavorare con più tranquillità. Ma noi siamo sicuri che fino alla fine l’Amburgo ci proverà. E sinceramente, se dovesse riuscire anche questa volta ad evitare la retrocessione, cominceremmo a pensare che questa squadra abbia il dono dell’immortalità.