La continuità paga. Ma a volte anche la rivoluzione. E nel Borussia Dortmund di rivoluzioni se ne intendono, visto che negli ultimi anni ne hanno attuate almeno tre epocali. Prima il divorzio da Klopp, poi l’addio (direzione Bayern) di tanti campioni cresciuti e vincenti in giallonero, poi la parentesi bella e tragica (vedi attentato) con Tuchel e alla fine l’arrivo di Peter Bosz, un marziano sbarcato in Germania con mille punti interrogativi. In mezzo a questo turbinio di cambi, Watzke e Zorc hanno attuato una ricerca spasmodica dei migliori talenti europei e non, continuando a cambiare calciatori in massa ad ogni sessione di mercato. Giovani, giovanissimi, tutti con un altissimo livello di qualità. Ma pur sempre giovani. Questo ha portato due disagi: non riuscire mai a creare una rosa competitiva e soprattutto lasciare al Bayern via libera verso 5 titoli consecutivi.
Così in estate è arrivato Bosz, tecnico olandese con il mito di Johan Cruijff, chiamato a ridare al Borussia quella verve spettacolare e vittoriosa che non si vedeva più dal 2012. Dopo un precampionato pieno zeppo di dubbi, Bosz ha avuto il merito di trasferire nella squadra il suo credo, fatto di pressing a tutto campo, di corsa continua e di aiuto reciproco. Spariti in men che non si dica gli attriti nello spogliatoio della gestione Tuchel e tutti finalmente a remare verso la stessa parte, con campioni come Mario Goetze desiderosi di riguadagnare forma e titolarità lavorando a testa bassa e con piglio da gregario. Credere nel titolo si può, fondamentale è lavorare con lo spirito di una neopromossa.
Il Borussia Dortmund di Bosz – VIDEO
Perché crederci – Gruppo, gioco e profilo basso. Sono queste le tre differenze col recente passato che invitano tutto l’ambiente giallonero a credere in questa stagione. L’ultimo titolo del Borussia Dortmund in Bundesliga è datato stagione 2011-12. Sei anni, che sembrano trenta, passati ad ammirare il Bayern Monaco alzare titoli con un dominio a tratti disarmante. Nel 2012 la stagione iniziò pressapoco uguale, con la sconfitta in Supercoppa di Germania nel derby contro lo Schalke 04 (ad agosto il Borussia ha perso ai rigori contro il Bayern). Anche in quel caso tanti dubbi, con gli arrivi di due talenti come Gundogan e Perisic e l’attesa per la definitiva esplosione di Lewandowski. Oltre all’esito della Supercoppa le analogie con il 2012 terminano qui, perchè la squadra di Klopp faticò nelle prime 6 giornate (ci furono 3 sconfitte) mentre quella di Bosz vola senza sosta con 6 successi in 7 gare, 21 gol fatti e 2 subiti. Quello che entusiasma è infatti la tenuta di squadra, che a differenza degli altri anni sembra non soffrire neanche il doppio impegno Campionato- Champions League.
Stagione 2011-12, la stagione del Double – VIDEO
Bosz è riuscito a mescolare nel migliore dei modi “anziani” e giovani, confermando la difesa dello scorso anno e lanciando a turno i nuovi Zagadou e Toljan al posto dell’infortunato Schmelzer. A centrocampo ecco la qualità di Weigl, Dahoud e Kagawa, una mediana piana di tecnica e capace di sia di difendere che di attaccare. Quando poi c’è da soffrire ecco Castro e Guerreiro (quando tornerà) oltre a Mario Goetze, calciatore che lentamente sta tornando ai suoi livelli perchè desideroso di giocare il Mondiale. Lui e Kagawa, c’erano anche nel 2012. In attacco è stato fondamentale mantenere Auabameyang, portando in rosa un ragazzo affamato di gloria come Philipp, confermando la crescita esponenziale di Pulisic e sostituendo Dembélé con l’esperienza e la qualità di Yarmolenko, calciatore già pronto, esperto e bravo ad inserirsi subito nel gruppo.
Il successo 1-0 sul Bayern Monaco nel 2012 – VIDEO
Il tocco magico di Bosz è stato quello di creare un gruppo vero. Un gruppo dove tutti aiutano tutti e dove manca ancora il carisma e il tocco in più di calciatori di grande qualità come il sopracitato Guerreiro e le stelle Reus e Schurrle. Bosz ha in mano un squadra completa. Una squadra che in Europa ha ancora bisogno di tempo per confrontarsi con le grandi (vedi Tottenham e Real Madrid) ma che in Germania trova meno ostacoli e può crescere di partita in partita esprimendo il suo calcio. E stavolta, uscire anzitempo dalla massima competizione europea, potrebbe rivelarsi anche una fortuna. I 5 punti di vantaggio su di un Bayern Monaco in difficoltà sono già fondamentali, perchè consentono anche di poter sbagliare una partita e di giocarsi lo scontro diretto senza l’affanno e la pressione degli ultimi anni. Bosz non fa proclami, alza l’asticella piano piano e nello stesso momento carica ogni componenente del gruppo, anche chi non c’è e tornerà solo nel 2018. Il gruppo diventa così fondamentale, l’arma in più di un Borussia nuovamente pronto per grandi traguardi. Le prossime tre partite diranno molto sulla tenuta mentale della squadra giallonera. Prima il Lipsia, poi l’Eintracht Francoforte e infine l’Hannover. Tre squadre difficili, toste e soprattutto in grande forma. Continuare la striscia positiva dopo queste partite, sarebbe come mandare un segnale forte a tutti.