Il governo indonesiano ha bloccato l’utilizzo di Telegram all’interno dei propri confini nazionali. Alla base della decisione l’utilizzo della diffusissima applicazione di messaggistica da parte di gruppi radicali islamici accusati di terrorismo.
Le chat criptate, che sono alla base del grande successo dell’applicazione di messaggistica, avrebbero consentito negli ultimi mesi ai terroristi di scambiarsi informazioni senza il rischio di essere intercettati dalle autorità indonesiane.
Il blocco è avvenuto venerdì scorso senza alcun preavviso. La risposta di Telegram è arrivata domenica con la creazione di un team di “moderatori” incaricati di rimuovere qualsiasi contenuto di matrice terroristica.
Pavel Durov, CEO di Telegram, al Wall Street Journal ha dichiarato: “Ogni mese blocchiamo migliaia di contenuti e canali correlati all’ISIS e al terrorismo islamico. Telegram è fortemente criptato e rispettoso della privacy dei propri utenti, ma non è amico del terrorismo”.
La caccia ai terroristi del governo indonesiano potrebbe non fermarsi all’applicazione di messaggistica. “Solo il 50% dei contenuti di matrice radicale islamica sono attualmente filtrati dai social network. Non è escluso che in futuro potremo considerare di chiudere altre piattaforme”.