Di ALBERT VUCAJ
La settimana di Champions appena trascorsa ha offerto al pubblico uno spettacolo degno del prestigio della Coppa dalle grandi orecchie: partite ricche di gol e di grandi giocate. Eppure il pensiero volge, inevitabilmente, ai fatti di Dortmund: imperdonabili, inconcepibili. Certo, i più potranno storcere il naso: ogni giorno siamo bombardati dai media con fatti di cronaca ben più gravi di una frattura al polso o di un pulman. Per cui non vogliamo entrare nell’aspetto morale della questione. Parliamo di calcio. Di calcio giocato. Di calcio da giocare.
Tuchel praises the team and is planning with @woodyinho #bvbsge https://t.co/fmh8gn4Ph3 pic.twitter.com/B9dFsPr1oY
— Borussia Dortmund (@BVB) April 13, 2017
“Siamo essere umani, non siamo bestie. A casa abbiamo moglie e figli e quello che è successo ci ha fatto molto male. Giocare oggi, dopo poche ore dall’accaduto, non è stato affatto bello. So che lo show deve andare avanti ma oggi fin dal fischio di inizio la nostra mente era ancora ferma a ieri”. Queste le parole di Nuri Sahin, centrocampista del BVB. È chiaro, infatti, come la partita contro il Monaco sia stata falsata dalla condizione psicologica degli uomini di Tuchel, che sono incappati in errori banali, quasi comici, sicuramente non consoni al loro lignaggio. In realtà il discorso è ben più complesso: andrebbero considerati gli errori tecnici di giocatori inadeguati, ma costretti a dover giocare per mancanza di alternative. Ci riferiamo in particolare a Sven Bender e Ginter. Anche l’estro di Dembélé ed il cinismo di Aubameyang sono apparsi piuttosto appannati, come se fossero osservati dal vetro scheggiato del pullman dei Gialloneri. Va, infine, presa in considerazione la straordinaria forma dei monegaschi che ha disputato una partita coraggiosa.
لاعبوا دورتموند تحت 12 سنه يتمنون الشفاء العاجل لمارك بارترا pic.twitter.com/XS8JwwibLD
— عالم دورتموند (@BVBAr09) April 14, 2017
Tuchel : “Ci hanno trattati come se al nostro bus avessero tirato una lattina di birra”. Bisognava aspettare? Forse sì, forse no. Alcuni ritengono giusta la decisione, come a far intendere che il calcio non può essere fermato. (I più maliziosi, o realisti, pensano che dietro ci sia un discorso di denaro). Ma forse i massimi vertici del calcio europeo hanno trascurato lo stato mentale dei giocatori; è venuto a meno, dunque, uno dei principi fondamentali dello sport: gli avversari devo partire alla pari. Forse questa parità non c’era nel clima surreale del Signal Iduna Park. Quel che è certo è che, nella partita di ritorno, ci aspettiamo di vedere il vero Borussia, il Vero Amore. ECHTE LIEBE