L’ultimo turno di Serie A è stato caratterizzato dalla rinascita dell’Inter di De Boer, dal primo storico punto del Crotone e da Milik e Callejon che trascinano il Napoli in vetta solitaria.
La notizia più bella, però, è arrivata dal Sant’Elia. Infatti Cagliari-Atalanta è stata la partita che ha visto l’esordio nella massima serie del 30enne Fabio Pisacane. L’ex Avellino, titolare nel Cagliari in B lo scorso anno, ha coronato il sogno di una vita dopo tanti anni passati nelle serie minori, e dopo mille difficoltà, tra cui la terribile sindrome di Guillain-Barré. Il riconoscimento più grande per questo uomo, prima che calciatore, era arrivato nel 2012 da Blatter prima e da Prandelli poi, che lo aveva convocato per uno stage a Coverciano con la nazionale, dopo che aveva avuto il coraggio e la forza di denunciare un tentativo di combine quando militava nel Lumezzane.
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Fabio Pisacane ha raccontato il dramma della sua malattia, che lo ha colto quando era ancora 14enne, poco dopo l’approdo nelle giovanili del Genoa: “Una mattina mi svegliai paralizzato dalla testa ai piedi. Mi fu chiara la gravità della situazione solo quando mi ritrovai in un letto d’ospedale. La diagnosi fu terribile: sindrome di Guillain-Barré, una malattia che attacca il sistema nervoso. Dalla speranza di realizzare il sogno che avevo fin da bambino mi trovai ad affrontare la partita più difficile. In quel momento non pensaci al fatto che forse non avrei più giocato a calcio. Tutti i miei sforzi, le mie speranze erano indirizzate a combattere per un bene più prezioso, la vita”.
La commozione di #Pisacane per l'esordio in Serie A dopo l'inferno passato da giovane. pic.twitter.com/H84JEZii41
— Chiamarsi Bomber (@ChiamarsiBomber) September 19, 2016
Il NO alla combine – È solo grazie alla forza di volontà, ai medici che lo hanno aiutato e all’amore dei genitori e dei parenti che Fabio è riuscito a rialzarsi e riniziare a rincorrere il suo sogno, quella Serie A che gli è sfuggita per 10 anni, da quando ha esordito con il Genoa. Negli anni successivi i prestiti a Ravenna, Cremonese e Lanciano, prima dell’approdo a Lumezzane. Qui Fabio si ritrova, suo malgrado, in una vicenda che ha segnato e continua purtroppo a segnare il calcio italiano. L’ombra del calcio scommesse si è spostata in Lega Pro, e il 14 aprile 2011, Giorgio Buffone, il direttore sportivo del Ravenna, gli offre 50.000 euro per far vincere la sua ex squadra nella successiva partita contro il Lumezzane. Pisacane però rifiuta e denuncia il fatto, e ciò lo porta alla ribalta insieme a Stefano Farina, altro calciatore che aveva denunciato un tentativo di combine.
È solo grazie alla forza di volontà
Nonostante la sua discrezione, viene premiato con numerosissimi riconoscimenti di lealtà e sportività, prima di venire nominato ambasciatore FIFA da Blatter in persona sul palco del Pallone d’Oro nel 2012. Poco dopo anche Cesare Prandelli decide di premiarlo, con la convocazione per lo stage pre europeo a Coverciano. Ieri l’esordio in A, poi le lacrime in conferenza stampa: “Sono quattro mesi che pensavo notte e giorno a questo momento e ai problemi che ho passato per arrivarci. Non ho mai mollato un secondo”. Poi il pianto gli spezza la voce: “Scusate, non ce la faccio”.
Una bella favola per un calciatore che ha lottato con forza per raggiungere il sogno che aveva fin da bambino, sconfiggendo una malattia che poteva togliergli molto di più che il semplice giocare a calcio. Auguri allora a un esempio di lealtà e forza di volontà enorme, sperando che ci siano tante altre soddisfazioni per un ragazzo come Fabio Pisacane.