Da sempre l’Europeo è sinonimo di sorpresa o di dolce favola calcistica. Per questo non ci si meraviglia quasi più vedendo ai quarti di finale di Euro 2016 squadre “mai viste” prima a queste latitudini come Galles, Polonia e Islanda. Chiamarle solo sorprese è però riduttivo, perchè le tre “debuttanti” al grande ballo sono tre squadre che da oltre un anno deliziano per qualità e solidità, dimostrando come dal lavoro e dalla professionalità si possano costruire piccoli miracoli calcistici anche avendo, caso dell’Islanda, un piccolissimo serbatoio umano. E’ l’Europeo dove tutti possono sognare perché nulla è impossibile quando non si ha paura di superare i proprio limiti.
Questo è infatti l’Europeo del lavoro e dal sacrificio, condizione essenziale e peculiare anche di squadre più blasonate come Italia e Portogallo. Guardando bene quello che p successo dal 2014 ad oggi, sembrano essere proprio loro levare sorprese di questa edizione. Due nobili che venivano additate come “decadute” ma che hanno trovato nuova linfa proprio dal lavoro e dalla solidità del gruppo, formato ad hoc da Antonio Conte e Fernando Santos con un giusto mix tra gioventù ed esperienza. Così adesso le grandi favorite (Francia, Germania e Belgio) tremano di fronte all’avanzare di squadre tatticamente imprevedibili e che soprattutto non hanno paura e reverenza verso nessuno.
Euro 2016 sembra quasi l’evoluzione moderna del Tiki Taka
Quello che piace a tifosi e addetti ai lavori, è che qui non stiamo parlando di “catenaccio” o di fortuna, ma bensì di un’idea ben precisa di calcio. Lo stesso Antonio Conte dopo la vittoria dell’Italia contro la Spagna, ha sottolineato come in allenamento il ct azzurro cerchi sempre di “insegnare” calcio e non arrivare una squadra in difesa. Lo stesso hanno fatto nazionali come l’Ungheria e l’Irlanda del Nord, brave a recitare alla perfezione un copione tattico imparato a memoria dopo oltre un anno di trionfi nelle qualificazioni europee. Tutti attaccano e tutti difendono, un po’ come accade nella vita.
Euro 2016 sembra quasi l’evoluzione moderna del Tiki Taka, dove le squadre vogliono ugualmente il possesso palla ma senza farne un’ossessione e soprattutto un credo indissolubile. Si bada a restare uniti, a prendere campo in avanti in stile rugby, ovvero salendo in attacco tutti insieme velocemente e spaventando così gli avversari. Dobbiamo dire grazie a questi Europei e ai tecnici che hanno deciso di cambiare l’idea moderna di calcio, fatta di mille tocchi e di (troppo) pochi tiri in porta. In fondo poi, il lavoro ha sempre rappresentato lo strumento con cui tutti possono riuscire nell’impossibile. Allora godiamoci questo splendido europeo, fatto di sorrisi e, fantasie e tanto tanto lavoro. Che sia da esempio per tutti.