La Sevilla League, come ormai tutti vogliono chiamare la seconda competizione europea, è il giusto tributo a una squadra che ha fatto la storia del calcio degli ultimi 10 anni. Unai Emery, tecnico basco alla sua terza vittoria consecutiva nella manifestazione, ha racchiuso in poche parole il segreto del suo Siviglia: “Nessuno ama questa coppa come la amiamo noi. E’ la seconda fidanzata di tutti i seviglisti”.
Felicidades al @SevillaFC. Flamante campeón de la @EuropaLeague.A las 00:30, Especial #SevillaCampeón en #CanalSurTV pic.twitter.com/eC70dztjsI
— CanalSur (@canalsur) May 18, 2016
Come si può dargli torto? Negli ultimi 10 anni il Siviglia ha vinto per 5 volte l’Europa League, dimostrando un amore unico e indissolubile come mai nessuno nella storia di questo sport. Dalla prima coppa alzata al cielo da Navarro fino all’ultima mostrata da Reyes, il copione leggendario è sempre lo stesso. Un amore nato il 10 maggio del 2006 a Eindhoven, quando i biancorossi guidati da Juande Ramos sconfissero per 4-0 il Middlesbrough in finale (Fabiano, 2 Maresca, Kanouté), scarto record per una finale di Coppa Uefa. A portare la squadra in finale fu un sinistro magico di Antonio Puerta, indimenticabile esterno andaluso che segnò la rete della vittoria nei tempi supplementari dell’epica semifinale contro lo Schalke 04. L’anno successivo Puerta morì in campo per un arresto cardiaco, trasformando il suo nome in leggenda.
Nonostante la morte di Antonio Puerta, anche la stagione 2007 entra nella storia del Siviglia. La squadra vince prima la Supercoppa Europa battendo 3-0 il Barcellona a Montecarlo e raggiunge la seconda finale consecutiva in Coppa Uefa. A Glasgow, c’è il derby contro l’Espanyol, arrivato per la prima volta in una finale europea. Stavolta ci vogliono i calci di rigore per decretare la vincitrice che è ancora una volta il Siviglia. L’eroe della serata stavolta è il portiere Palop, arrivato dal Valencia quasi nell’anonimato ed entrato nella storia dalla porta principale.
Complice anche il grave lutto, gli andalusi dovranno attendere ben cinque anni per tornare a ruggire. Cinque anni in cui l’amata coppa ha persino cambiato nome diventando Europa League. Il connubio con il club biancorosso resta però indissolubile e nel 2013 l’arrivo di Emery sulla panchina andalusa riporta la magia che mancava da tempo. Il Siviglia torna in finale di Europa League e batte il Benfica nella finale di Torino. L’eroe per una notte stavolta è il portiere Beto, capace di annientare quasi da solo gli attacchi dei portoghesi (parando ben 4 rigori) e alzando allo Stadium la terza coppa europea. Grazie anche e soprattutto alle invezioni geniali del direttore sportivo Ramon Monchi, i biancorossi restano ad alti livelli anche nella stagione successiva tornando in finale di Europa League a Varsavia contro il Dnipro. Allo Stadion Narodowy finisce 3-2, con Carlos Bacca che segna una doppietta prima di trasferirsi al Milan.
La magia è terminata? Ancora no. La bravura di Emery è quella di credere nel lavoro e nell’importanza di dare il massimo nelle competizioni europee. Stavolta il cammino che porta alla finale di Basilea è molto lungo. Inizia in una notte di Champions League a dicembre contro la Juventus, dove Fernando Llorente firma il gol della vittoria contro i bianconeri che vale il terzo posto nel girone e la conseguente qualificazione all’Europa League. Nella coppa più amata, torna la voglia di vincere del Siviglia. Gli andalusi sbaragliano la concorrenza soffrendo però da matti nei quarti di finale contro l’Athletic Bilbao. Al Sanchez Pizjuan servono i calci di rigore per decretare la vittoria, dopo che i tempi regolamentari erano terminati 3-3. All’andata, dopo un dominio basco, Iborra segnò una rete tanto importante quanto fortunata che riaprì il discorso qualificazione ormi chiuso dalla doppietta di Aduriz. La finale di Basilea è ormai storia, con il 3-1 sul Liverpool che vale la quinta Coppa Uefa/Europa League della storia del Siviglia. Nessuno ha mai vinto tanto in questa manifestazione e con 6 titoli europei vinti, gli andalusi eguagliano l’Inter guardando da vicino le grandi d’Europa.
Le vittorie del Siviglia sono state costruite sulla sofferenza, sulla determinazione e sulla maglia. Dai gol di Kanouté, Luis Fabiano e Maresca, fino alle perle di Gameiro e Coke e passando le parate di Palop e Beto. Dieci anni di rimonte, rigori, lavoro e anche tanta fortuna. Perché senza fortuna non si vince mai. Ma se la fortuna è unita all’intelligenza e alla programmazione, allora è in quel momento che si fa la storia.