A Padròn, 100 chilometri circa dalla capitale La Coruña, Jesús Rodríguez Muiños è una vera e propria istituzione. Non solo a Padròn però, perchè nell’intera Galizia solo a pronunciare il suo nome, si genera in tutti un sorriso d’orgoglio. Con i suoi 51 anni, Carolo, come è stato sempre chiamato nella sua vita, è l’unico calciatore spagnolo ad aver giocato in tutte le categorie del calcio iberico. Un piccolo record, che questo attaccante galiziano può permettersi di sbandierare anche nei confronti di Cristiano Ronaldo e Messi.
Carolo, un futbolista de mucha categoría https://t.co/zPgk4TUa1G Reportaje de @pablomotero y @mar_tuk #PrimeraPlanahttps://t.co/C2gteT3yKq
— MARCA (@marca) April 6, 2016
Nella sua lunghissima carriera, 35 anni, Carolo ha vestito le maglie di 20 squadre, quasi tutte della Galizia. In questo suo lungo peregrinare in giro per la Spagna, Carolo ha giocato dalla Primera Division fino alla Tercera Atonomica, la terza categoria in Italia. A soli 17 anni Carolo debuttò in massima serie con il Celta Vigo, difendendo i colori della compagine viguense in una trasferta a Bilbao in cui i il Celta perse 4-0 al San Mames. “Il mio livello era certamente più basso, almeno da terza serie”, ha dichiarato Carolo in un’intervista rilasciata a Marca. Quella fu la sua unica apparizione in Primera Division, quanto basta per potersi fregiare di aver corso, almeno una volta, su un campo di massima serie.
Il re delle categorie inferiori – Dopo la sua apparizione nei Paesi Baschi, Carolo scese in Segunda B (la Serie C italiana) vestendo le maglie di Compostela, Arosa e Lugo. Proprio con la squadra biancorossa del Lugo riuscì a centrare una storica promozione in Seconda Divisione, dove in città venne subito ricordato oltre che per i suoi gol, anche per la repentina perdita dei capelli. La sua calvizie fu anche argomento per un’intervista a Don Balon, dal titolo “Nì un pelo de tontos”, Neanche un capello di Stupidità. Una delle più grande qualità di Carolo era proprio la sua umiltà, perchè l’attaccante galiziano è stato sempre consapevole dei propri limiti: “Nell’uno contro uno ero zero. A volte mi perdevo il pallone da solo. Però avevo grande senso della pozione e riuscivo a veder prima i movimenti del portiere”, ha dichiarato a Marca Carolo. Così nel 1992 arrivò la prima offerta fuori dalla Galizia e Carolo accettò l’offerta del Gramenet, che portò in Seconda B a suon di gol. Lo stesso fece due anni più tardi vestendo la maglia del Leon, dove i tifosi gli cantavano “Carolo Scarpa d’Oro”. Poi fu la volta del Cultural e poi del ritorno a casa all’Orense, la città dove attualmente vive e lavora. Quella fu l’ultima esperienza professionale, perchè successivamente Carolo iniziò il suo giro nella categorie inferiori della Galizia dove “volevo divertirmi come un bambino senza avere troppi pensieri”, ha commentato l’attaccante di Padròn.
La nuova vita – Qualche mese fa è arrivata a Carolo l’opportunità di giocare nell’ultima categoria che mancava, la Tercera Autonomica, vestendo la maglia del Razamonde. Qui Carolo inizia una nuova vita da allenatore-calciatore, trovando il tempo anche di insegnare calcio nelle giovanili dell’Arrabaldo. Prima di questo, nella sua infinita vita nel Futbol, c’è stato il tempo anche di passare “dall’altra parte della barricata”, vestendo i panni dell’arbitro e del delegato. Insegnare ai più piccoli è sempre stato però nelle corde di Carolo, che cerca di insegnare ai bambini i suoi valori trasmettendogli la sua infinità passione. “A me interessa solo giocare, divertirmi e respirare calcio. Non mi interessa la categoria”. Proprio per questo Carolo è considerato da molti un calciatore di un altro pianeta, l’unico capace di giocare in tutte le categorie senza mai guardare ai soldi o alla gloria. Un’intera esistenza vissuta solamente per amore del calcio.