Twitter è in crisi. Da giorni si sta parlando di un uccellino sempre più malato. Il modello di business basato sulla pubblicità sembra non funzionare e gli investitori sono preoccupati. Il ritorno di Jack Dorsey, fondatore del social network, al timone della società ha portato una serie di novità. Altre più importanti, almeno stando alle indiscrezioni, sarebbero in arrivo.
Da settimane si vocifera di una possibile rimozione del limite dei 140 caratteri, caratteristica che da sempre contraddistingue Twitter e che una volta eliminata potrebbe trasformarlo in una brutta copia di Facebook. Nessuna conferma da parte dei dirigenti del social network, che invece hanno pensato bene di spegnere sul nascere l’ennesimo rumors che dava per certo un altro cambio di strategia: niente più timeline ordinate cronologicamente.
Dalla prossima settimana, secondo quanto riportato da BuzzFeed, Twitter avrebbe cambiato la struttura della propria timeline utilizzando un modello molto simile a quello di Facebook, ovvero con un algoritmo chiamato a decidere cosa mostrare a ogni utente (in base ai suoi interessi, follower, etc…). Ci ha pensato lo stesso Jack Dorsey a smentire il cambio di programma con un tweet.
Hello Twitter! Regarding #RIPTwitter: I want you all to know we're always listening. We never planned to reorder timelines next week.
— jack (@jack) February 6, 2016
Il nuovo CEO di Twitter ha poi insistito sulle peculiarità che rendono questo social network diverso dalla concorrenza: «”Twitter è live. Twitter è tempo reale. Twitter è chi e cosa segui. Twitter è qui per restare! Diventando più Twitter-oso.».
Twitter is live. Twitter is real-time. Twitter is about who & what you follow. And Twitter is here to stay! By becoming more Twitter-y.
— jack (@jack) February 6, 2016
I *love* real-time. We love the live stream. It's us. And we're going to continue to refine it to make Twitter feel more, not less, live!
— jack (@jack) February 6, 2016
All’interno di Twitter qualcosa sicuramente dovrà cambiare. L’attuale modello di business impostato sulla pubblicità non funziona su un social network che punta tutto sulla velocità e sull’immediatezza delle informazioni inserite.