10 anni fa moriva George Best, icona del calcio mondiale, e vero e proprio simbolo nazionale per l’Irlanda del Nord. Molte parole spese per il campione britannico, stella di un calcio che ormai non esiste più. Tante frasi attribuite a lui, tra cui la famosissima “Ho speso molti soldi per alcol, donne e macchine veloci. Il resto l’ho sperperato”.
Quella che però più ha colpito il cuore di milioni di tifosi di tutto il mondo, è l’appello “Non morite come me”, lanciato pochi giorni prima della scomparsa, sul letto di ospedale. Best, primo bad boy del calcio, nonostante i suoi vizi è riuscito a confermarsi come uno dei migliori giocatori della storia, facendo le fortune di ben 11 squadre, prima fa tutte il Manchester United.
10 years since the death of the greatest ever footballer. Tweet us your favourite #GeorgeBest moment #BelfastBoy pic.twitter.com/SCuYp7K85H
— Irish FA (@IrishFA) November 25, 2015
Dopo essere scartato dal Glentoran, Best approdò all’età di 15 anni nelle giovanili del Manchester United, notato da Bob Bishop. L’esordio nei reds avvenne a soli 17 anni, mentre nella prima stagione da titolare segnò ben 6 reti. Temprato da sedute di allenamento definite dall’allenatore Matt Busby “aspre e talvolta brutali”, Best divenne il miglior giocatore della sua epoca, vincendo una Coppa Campioni nel 1968, e ottenendo il Pallone d’Oro a soli 22 anni.
Dopo due stagioni al di sotto della media per il Manchester, condite da sconfitte in Coppa Intercontinentale e scarsi risultati in campionato, The Beatle (come veniva chiamato dai fan) annunciò a sorpresa il ritiro, salvo poi tornare a giocare. Il declino era però ormai avviato, e a soli 28 anni decise di lasciare Manchester. Risolto il legame con lo United, Best si ritrovò quindi senza squadra, e iniziò a girovagare in compagini diverse, con contratti di brevissima durata.
Dopo aver giocato in Sudafrica, Stati Uniti ed Hong Kong, nel 1982 si ritirò definitivamente, accettando l’incarico di telecronista per i Mondiali, per seguire il cammino dell’Irlanda del Nord. Ottenne 37 presenze per la Nazionale del suo paese, segnando 9 reti. Di queste 4 furono realizzate contro Cipro, ed una ciascuna contro Albania, Inghilterra, Scozia, Svizzera e Turchia.
Dopo il definitivo ritiro agonistico, Best condusse una vita privata al limite fra donne, alcol e fumo. Nell’1984 venne arrestato per guida in stato di ebbrezza, e le sue condizioni di salute peggiorarono di giorno in giorno, a causa soprattutto dei danni al fegato. Nel 2000 il primo ricovero, mentre nel 2002 il trapianto di fegato. Un’infezione ai polmoni lo portò ad un ultimo ricovero a ottobre 2005, mentre il decesso avvenne il 25 novembre dello stesso anno.
Durante questo periodo di degenza in ospedale, Best volle mandare un segnale forte ai giovani e ai tifosi di tutto il mondo, facendo pubblicare la sua ultima foto in condizioni pietose, seguite dalla celebre frase “Don’t die like me.”. Dopo la morte della stella nordirlandese, il governo del suo paese decise di diffondere circa un milione di banconote da 5 dollari recanti la sua effigie.
Un campione che si è spento precocemente, arrivato sul tetto del mondo a soli 22 anni e caduto sotto il peso del suo stesso talento. Il ricordo migliore di lui saranno sempre le giocate e i gol, degne di mostri sacri come Pelè e Maradona.