La fantasia è un diritto, anche su Facebook. Il social network di Mark Zuckerberg presto consentirà agli utenti di tutto il mondo di utilizzare pseudonimi e soprannomi per iscriversi a Facebook. Una mossa determinata dalle numerose proteste arrivate dalla comunità Lgbt, trans e dei nativi americani che spesso usano nomi di fantasia e non veri per registrarsi a Facebook ma anche nella vita comune.
Fino a ieri, infatti, la vecchia policy di Facebook sconsigliava agli utenti la registrazione sulla piattaforma con nomi inventati o falsi, per la legittima sicurezza e veridicità delle informazioni immesse. Tuttavia le cose cominciano a cambiare dopo che sono giunte fino all’ufficio di Zuckerberg le numerose critiche e i malcontenti da parte di tutte quelle persone che non vogliono inserire queste informazioni personali sulla piattaforma; sia per motivi di privacy o semplicemente perché più conosciuti per il loro soprannome anziché per il nome vero. Una motivazione altrettanto legittima.
La conferma ufficiale arriva dal manager Alex Shultz, in una lettera alle organizzazioni per i diritti civili dove spiega come Facebook abbia intenzione di introdurre alcune modifiche alla regola che impone agli utenti di utilizzare nomi autentici al momento della registrazione sulla piattaforma. In particolare Facebook darà la possibilità agli utenti di inserire, tra le informazioni personali, una nota che spieghi per quale ragione si usa un determinato nome; questo, a detta di Shultz, “Aiuterà il nostro team a capire meglio la situazione”.
Come ulteriore misura appannaggio dei nickname, Facebook renderà più difficili le segnalazioni di utenti che utilizzano pseudonimi o nomi falsi. In questo modo il social spera di scoraggiare l’abuso delle segnalazioni verso determinati utenti che utilizzano un nickname al posto del nome e cognome, e lasciare più libertà alla persona di scegliersi il nome da utilizzare. Tutte queste novità saranno testate a cominciare da Dicembre 2015.
Nonostante la policy di Facebook sull’identità sia cambiata e si sia allargato il concetto di privacy, Schultz difende la volontà di Facebook di continuare a chiedere alle persone di usare i nomi con cui “sono conosciuti da amici e parenti”: questo perché “informazioni vere e verificabili rendono Facebook più sicuro”, spiega, “perché così è anche più difficile per gli utenti nascondersi dietro l’anonimato e compiere molestie, atti di bullismo o frodi ai danni di altri”.