Domenica da ricordare per Zlatan Ibrahimovic, che ha segnato una doppietta su rigore contro il Marsiglia diventando il miglior marcatore nella storia del PSG. Lo svedese ha segnato il gol numero 110 in carriera con la maglia dei parigini scavalcando Pauleta fermo a quota 109. Grazie alla vittoria sul Marsiglia, la squadra di Blanc si conferma al primo posto in campionato a quota 23 punti, mentre a 18 restano l’Angers e il Caen.
Al Parco dei Principi erano passati in vantaggio gli ospiti al 30′ grazie a Batsuhayi, ma al 40′ è salito in cattedra l’ex Milan, che ha conquistato due rigori realizzandoli entrambi. Dopo essere entrato nella storia della squadra, Ibra ha dichiarato: “Il mio futuro? Deciderò da solo, sono 4 anni nel PSG e non era mai successo.” Chiosa finale sul suo ex compagno alla Juve Buffon: “Lui fuori dalla lista del Pallone d’Oro? È il migliore nel suo ruolo, ma non sempre vincono i migliori”. Chiaro il riferimento.
Una carriera sempre da protagonista per il 34enne svedese, che ha vestito maglie importanti come Malmoe, Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan e PSG. Tantissimi trofei nazionali (unico secondo posto in carriera quello con il secondo Milan di Allegri) e un rapporto speciale con Jose Mourinho ai tempi dell’Inter. Ibra, nato in Svezia da padre bosniaco e madre croata, ha vissuto un’infanzia difficile nei quartieri malfamati di Malmoe, che lo hanno fatto maturare come uomo e come calciatore.
Le giornate passate a guardare i video di Ronaldo e il gioco di strada lo hanno fatto diventare un giocatore estremamente tecnico nonostante la stazza, che ha imparato ad usare al meglio nella Juventus di Capello. La sua autobiografia, dal titolo Io, Ibra, ha venduto mezzo milione di copie in Svezia e 200.000 in Italia, diventando un grande successo commerciale. Guadagna più di 20 milioni l’anno, riuscendo a creare un personaggio riconosciuto in tutto il mondo al pari di mostri sacri come Messi e Cristiano Ronaldo.
La sua lunga parentesi nel mondo del calcio inizia nel 1995, quando il Malmoe decide di inserirlo nelle giovanili della squadra a soli 13 anni. L’esordio in prima squadra avviene il 19 settembre 1999, diventando nell’arco di due anni il più costoso acquisto della storia dell’Ajax, che versa nelle casse degli svedesi ben 8 milioni di euro. In Olanda segna 46 reti in 106 partite totali, vincendo anche due campionati. Avviene qui l’incontro con Mino Raiola, il procuratore che tramuterà in oro ogni trasferimento di Ibra, finendo per muovere complessivamente addirittura 170 milioni di Euro grazie allo svedese. Il primo grande traguardo della carriera arriva quando la Juventus lo preleva nel 2004 per 16 milioni di euro.
Qui la crescita di Zlatan diventa esponenziale, avendo a che fare quotidianamente con giocatori del calibro di Vieira, Thuram, Cannavaro, Buffon, Del Piero e Nedved. L’allenatore dei bianconeri è Capello che lo striglia in ogni allenamento per farlo diventare una macchina da gol. Riesce nel suo intento soprattutto grazie allo sviluppo muscolare del giocatore, che arriva a pesare anche 100 chili.Dopo due scudetti, 26 gol e 17 assist, la Juventus si ritrova coinvolta nello scandalo Calciopoli, e Zlatan si trasferisce all’Inter. Il miglior Ibrahimovic si vede negli anni con Mancini e Mourinho, incantando le platee nazionali ed europee, e diventando uno dei 3 migliori giocatori al mondo insieme a Messi e Ronaldo. Tanti gol e scudetti nel trienno 2006-2009, in cui viene premiato anche come capocannoniere nel 2008-09.
Il suo sogno nel cassetto (giocare nel Barça di Ronaldo Fenomeno) diventa realtà proprio nell’estate del 2009, quando 70 milioni ed Eto’o all’Inter, portano il giocatore fra le mani di Guardiola. Ma è proprio l’allenatore blaugrana a frenare la carriera dello svedese, schierandolo poco e male per la stagione 2009-10, che termina comunque con il bottino di 21 gol e 10 assist, conditi dalle vittorie della Primera Division, Supercoppa Europea e Mondiale per Club. Dura un anno la parentesi spagnola, quando il Condor Galliani lo riporta in Italia a Milano, sponda Milan. Primo anno, primo scudetto con i rossoneri di Allegri. La stagione successiva però è deludente, e Ibra incappa nel primo secondo posto in carriera nonostante il secondo titolo di capocannoniere della Serie A con due maglie diverse (record eguagliato solo da Luca Toni nel 2014-15). A 30 anni il Milan non riesce a garantirgli i petroldollari del PSG, che lo rileva nel 2011 insieme a Thiago Silva dal Diavolo. 110 gol in 4 anni per riscrivere la storia dei capitolini, di cui diventa uomo simbolo e numero 10. In nazionale, neanche a dirlo, è un idolo e capitano. Memorabile il gol contro l’Inghilterra con una rovesciata dalla trequarti, che gli è valso il FIFA Puskas Award.
VIDEO – Lo spettacolare gol di Ibra in rovesciata contro l’Inghilterra
Il futuro sarà molto probabilmente in MLS, difficilmente di nuovo Milan. Ultimo anno per assicurarsi l’unico rimpianto della carriera, quella Champions League a lungo sognata ma mai raggiunta neanche con la maglia del Barça. Difficile, ma non impossibile, almeno per lui.