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FOCUS – Juve, primi tre punti in campionato ma la strada è in salita

La Juventus raccoglie i suoi primi tre punti in campionato, bottino davvero prezioso in questo avvio di stagione non troppo convincente. La squadra parte a rilento, ma riesce a centrare l’obiettivo, l’unico che conta adesso: la vittoria. Poco importa se questa si concretizza grazie a un autogoal del portiere avversario e a un rigore: in una classifica sempre più dominata dall’Inter, l’importante è recuperare terreno.

D’altronde i numerologi del calcio sono lì a ricordarci che il fine giustifica i mezzi e che a fine corsa conta aver vinto, non come lo si è fatto. Eppure, sebbene importante, questa vittoria vale solo i tre punti: la squadra non è al meglio fisicamente e questo è evidente, e non lo è nemmeno a livello mentale, in termini di personalità e di atteggiamento. Bisogna far legna per l’inverno, vincere aiuta ad aggiustare la classifica, tiene alto il morale, ma scrutando gli impegni che sono all’orizzonte, tutto questo non può bastare.

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La vittoria di ieri è importante per il contesto in cui si è materializzata, un Marassi che ha sempre partorito partite rognose, ma dal punto di vista del gioco la prestazione di Manchester resta purtroppo un caso isolato. Il lavoro non solo non è finito, ma sembra appena cominciato: non c’è ancora ordine tattico, la squadra manca di sincronia.

Ripartire, ancora una volta, dalle cose buone: Cuadrado è già un’irrinunciabile certezza, così come lo è la difesa che torna a girare alla perfezione, che torna a non prendere goal. E poi c’è Lemina: pronto a conquistare in termini di personalità e grinta, si prende la regia di contenimento e lo fa senza affanni, a testa alta, con qualche fallo di troppo ma con la giusta tranquillità nello smistare la palla, con una grande forza fisica che non gli fa perdere un contrasto. Niente etichette, niente paragoni, ma sarebbe giusta una sua riconferma: di etichette, se ce ne sono, bisogna appiccicarsele sul campo. La Juve è sicuramente una squadra più livellata rispetto a quella dello scorso anno: manca di grandi eccellenze, ma ha a disposizione buone riserve utilissime quando si deve giocare ogni tre, quattro giorni, preziosissime quando la situazione infortuni diventa preoccupante.

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L’allarme questa volta viene da Morata: decimo infortunato in due mesi. Le riorganizzazioni si sa, presumono sempre tanta pazienza, ma lavorare in maniera spezzettata rende tutto più difficile. Alla Juventus è buona norma lavarsi i panni sporchi in casa, ma forse è giunto il momento che qualcuno inizi a prendersi le proprie responsabilità, in una stagione che è iniziata con una preparazione erroneamente ritardata che sta di fatto condizionando l’inizio di un campionato al di fuori di ogni più negativa previsione. Inutile tornare a studiare il caso degli infortunati di casa Milan durante il biennio rossonero di Allegri: nel computo ci sarebbero infortuni di entità così diversa da rendere impossibile trovare un denominatore comune tanto tra loro , quanto con quelli dei giocatori della Juve.

Ma a prescindere dal sarcasmo dell’allenatore stesso, e dalla sfortuna che spesso ci mette lo zampino, e considerando tanto la preparazione, quanto lo staff dei preparatori, o la mancanza di strutture, società ed allenatore devono andare a fondo nel cercare e cause e risolverle. Adesso l’importante sarebbe quanto meno lavorare bene sul recupero infortunati per evitare almeno le ricadute.

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L’occasione per migliorare ancora, per aprire un nuovo ciclo, arriva già dal turno infrasettimanale: la partita in casa contro il Frosinone. L’occasione per la Juventus per avvicinarsi a una versione più credibile di se stessa: 9 punti a disposizione prima della sosta, al ritorno dalla quale ci sarà proprio l’Inter ad aspettare i bianconeri. Obiettivo ambizioso, per questo da Juventus: lo spettacolo può aspettare, ma la Juve adesso deve tornare.

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