«Si è buttato ai miei piedi in ginocchio. Piangeva a dirotto», ha detto Francesca Giudice, la mamma del bambino di quattro anni precipitato nel vano dell’ascensore della metropolitana Furio Camillo. «Urlava “Perdono, perdono“», ha concluso la donna parlando del dipendente dell’Atac intervenuto per liberarli dall’ascensore che li aveva tenuti in trappola per quasi mezz’ora.
Subito dopo la tragedia si sono abbracciati per venti minuti senza staccarsi, ha raccontato la mamma del piccolo Marco: «Non ce l’ho con lui, non lo denuncio».
La mamma del bambino: «Non denuncio il dipendente dell’Atac»
Domani, alle 9.30, si terranno i funerali laici nella sala del Tempietto Egizio del cimitero monumentale del Verano. La famiglia ha chiesto la presenza del sindaco di Roma Ignazio Marino e ha pregato i giornalisti di rispettare il lutto e non partecipare. Per domani, il sindaco di Roma ha proclamato il lutto cittadino. In concomitanza con l’inizio dei funerali, in tutti gli uffici del Comune sarà osservato un minuto di silenzio.
Il dipendente dell’Atac, iscritto nel registro degli indagati (insieme agli altri due vigilantes dell’Italpol) per concorso in omicidio colposo, verrà ascoltato a breve dai magistrati per spiegare i motivi che lo hanno spinto a eseguire un’azione “non codificata” per recuperare la madre e il bambino rimasti intrappolati nell’ascensore della metropolitana. Secondo l’assessore Guido Improta, il dipendente dell’Atac ha agito per eccesso di generosità: voleva salvare la mamma e il figlio per accelerare l’intervento poiché gli addetti alla manutenzione non arrivavano.
Tanti messaggi, peluche e ceri votivi sono stati lasciati dai cittadini che ieri hanno partecipato alla fiaccolata per ricordare il bimbo davanti all’ascensore.