Pugno duro della Nuova Zelanda contro i cyberbulli. È stata approvata una nuova legge che criminalizza il cyberbullismo, vietando in modo efficace l’invio di messaggi di stampo razzista, sessista, di critica alla religione, alla sessualità o alla disabilità.
Qualsiasi forma comunicativa mirata a creare un “grave stress emotivo” può essere punita con due anni di carcere. Inoltre, il disegno di legge crea un reato separato per l’istigazione al suicidio che verrà punito con un massimo di tre anni di reclusione.
Il governo neozelandese ha istituito una nuova agenzia digitale che avrà il compito di gestire i reclami. Le compagnie social, come Facebook o Twitter, potranno collaborare con questa nuova agenzia, a patto che essi promettano l’eliminazione dei messaggi offensivi entro 48 ore dalla scoperta.
Fino a due anni di carcere per chi invia messaggi discriminatori su Internet
Sono arrivate diverse critiche a questa nuova legge perché potrebbe rendere criminali molti bambini che navigano sul web, nonché minare la libertà di parola.
Anche l’Italia si sta muovendo per contrastare il cyberbullismo ma con pene meno incisive. Lo scorso 20 maggio, il Senato ha approvato quasi all’unanimità il disegno di legge contro cyberbullismo. Ora il provvedimento deve passare l’esame della Camera. Grazie al nuovo ddl i genitori, ma anche i minori sopra i 14 anni, possono chiedere al titolare per il trattamento dei dati personali o al gestore del sito, l’oscuramento di minacce, pressioni o altri messaggi “il cui scopo intenzionale e predominante è quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”. Se entro le 12 ore successive il destinatario della richiesta non avrà assunto l’incarico di provvedere ed entro 48 ore non avrà oscurato, bloccato o rimosso i contenuti incriminati, gli interessati potranno rivolgersi al Garante della privacy che provvederà alla rimozione entro le successive 48 ore.
In Italia il cyberbullismo si combatte con pene meno incisive
Un attacco frontale al cyberbullismo, un aspetto del bullismo che sta prendendo sempre più piede tra i giovanissimi, anche se il Viminale (su Twitter) dice che la maggior parte delle vittime vengono prese di mira nella vita reale.
#bullismo si sviluppa soprattutto #offline: 87% delle vittime preso di mira nella vita reale http://t.co/7Ti8YxJftz @MiurSocial @agentelisa
— Il Viminale (@Viminale) April 13, 2015