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“Così un pulsante cambierà Twitter”. Costolo spiega il nuovo Lightning

Un nuovo pulsante per trovarsi davanti i migliori tweet, video e foto di un evento. Dick Costolo, CEO dimissionario di Twitter, spiega in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera le novità del nuovo Project Lightning e alcuni segreti che lo hanno accompagnato durante la sua avventura alla guida del social network.

Rimpianti? «Non uno solo. Molti», risponde Costolo. «I leader devono ammettere gli errori. Tanto chi lavora con te li vede comunque: i capi sono trasparenti. Un capo non deve impedire gli errori dei sottoposti, deve correggerli», ha concluso l’ex CEO di Twitter.

Su Project Lightning anticipa che sarà uno strumento che gli utenti potranno utilizzare per trovare i migliori tweet su un determinato evento, con in allegato contenuti pubblicati su Vine e Periscope, le altre due piattaforme di proprietà di Twitter. Quindi Twitter è un po’ disordinato, gli domandano. Costolo dice di no: «Project Lightning segnala il desiderio di abbracciare due cose. La prima si chiama expert curation, anzi expert human curation. Gli algoritmi basati sulle macchine non sono l’unico modo di far emergere i migliori contenuti e offrirli in modo attraente agli utenti. La seconda ragione: Project Lightning fornisce una piattaforma per i nostri altri contenuti video, quelli di Vine e Periscope».

Project Lightning arriverà in autunno e coinvolgerà anche Vine e Periscope

Twitter monetizzerà con Project Lightning attraverso i contenuti sponsorizzati, come accade con i classici tweet. La piattaforma non è ancora pronta, ma sarà lanciata in autunno.

Sui 140 caratteri massimi consentiti per i tweet, caratteristica che da sempre contraddistingue il social network, Costolo non si sbilancia quando gli viene chiesto se prima o poi questo limite sarà tolto: «No, non lo posso confermare. Non è un dogma religioso (una vacca sacra, diciamo in America). Dobbiamo dare il benvenuto a tutte le idee coraggiose, e se arriva un’idea che richiede lo sradicamento di quel limite, beh, dobbiamo abbracciare quella nuova idea».

Al termine dell’intervista, Costolo dice la sua sul successo che hanno molte aziende tecnologiche negli Stati Uniti rispetto a quelle in Europa (uniche eccezioni Skype e Spotify): «Negli USA fallire non è considerata una cosa cattiva. Guardi Steve Jobs: cacciato da Apple, oggi ritenuto una delle grandi menti della storia. Il fallimento non vuol dire espulsione né punizione. Questo aiuta gli imprenditori a correre rischi. Tante buone idee, all’inizio, sembrano cattive idee. In America l’abbiamo capito. Altri Paesi, come la Cina e l’India, ci stanno arrivando. La cultura del fallimento eccitante porterà a un riequilibrio nel mondo: vedrete».

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