Si chiude nel peggiore dei modi la vicenda del Parma calcio, che dopo oltre tre mesi passati legati ad un filo, ha visto oggi pomeriggio il suo triste epilogo con il fallimento della società. Le due cordate interessante all’acquisto, quella di Giuseppe Corrado e Mike Piazza, si sono ritirate a poche ore dalla scadenza della presentazione delle offerte dopo la trattativa privata portata avanti nell’ultima settimana con i curatori fallimentari e il benestare del Tribunale.
Il tentativo era quello di riuscire a ripartire almeno dalla Serie B, salvando il titolo professionistico e soprattutto i tanti posti di lavoro dei dipendenti della società. Ogni tentativo invece è tramontato ed a questo punto si spera almeno di ripartire dalla serie D, con il regolamento federale che prevede che il titolo sportivo, ritornato nelle mani degli organismi federali, venga consegnato, sentito il parere del sindaco della città, ad una nuova società che dimostri di essere in grado di partecipare al campionato interregionale.
I trionfi del Parma stellare negli anni ’90
Annus Horribilis – Si chiude in questo modo anche l’anno nero del calcio ducale, iniziato con l’abbandono da parte dell’ex Presidente Tommaso Ghirardi e con la mancata iscrizione all’Europa League. Era la prima avvisaglia di quello che sarebbe successo di lì a pochi mesi, con un nuovo abbandono da parte di Ghirardi e le improbabili cessioni della società prima alla cordata russo-cipriota di Rezart Taci e poi all’imprenditore Giampietro Manenti, arrestato poi alla vigilia del fallimento per reimpiego di capitali illeciti. I debiti, oltre 218 milioni di euro e lasciati dalla vecchia dirigenza, hanno dato via a ispezioni, indagini, sia nel centro sportivo di Collecchio che negli uffici dello stadio Tardini e nelle sedi delle istituzioni calcistiche nazionali.