L’anguilla, pesce teleosteo appartenente alla famiglia Anguillidae, è una delle creature più raccapriccianti del regno sottomarino. Presenta tutte le peggiori caratteristiche di un serpente mescolate con quelle di un elettrodomestico collegato a una presa di corrente senza allaccio a massa.
Questo pesce diventa ancora più spaventoso quando viene imbottito di cocaina. Un team di scienziati italiani ha esposto l’anguilla europea allo stupefacente per studiarne la reazione.
Le anguille “drogate” sono più attive rispetto agli altri gruppi. L’esposizione alla cocaina ispessisce la pelle e i rivestimenti intestinali delle anguille riducendo la quantità di muco nella loro pelle. Il contatto con la sostanza ha aumentato anche la loro produzione di ormoni come la prolattina e i cortisolo-chimici, importanti per il funzionamento del sistema endocrino. Durante la fase di disintossicazione, le anguille monitorate dagli scienziati avevano la pelle ancora più spessa di quanto non fosse durante l’esposizione.
Gli effetti della cocaina sulle anguille porta a una riduzione della capacità di proteggersi contro le malattie e gli infortuni, di riconoscere i partner sessuali o secernere feromoni di allarme. La ricerca effettuata non ha potuto offrire risultati al di fuori dei laboratori ma potrebbe non esserci bisogno di un test per questo: uno studio italiano del 2014 ha trovato 13 nanogrammi di cocaina per ogni litro di acqua nel fiume Sarno. Ciò significa che ogni giorno scorrono per il fiume circa 15 grammi di cocaina. Il Sarno è considerato uno dei fiumi più inquinati d’Europa ma concentrazioni elevate (a volte anche superiori) di cocaina sono state trovate anche in altri fiumi italiani.