Il Nebraska abolisce la pena di morte diventando il 19esimo stato americano a dire addio alla condanna capitale. La coalizione repubblicana ha avuto la meglio nei confronti del governatore Pete Ricketts, anch’esso repubblicano, alla terza votazione, obbligatoria nel parlamento dello Stato del Midwest. Durissime le reazioni del governatore dopo la cancellazione della condanna a morte: «Le parole non possono esprimere il mio stupore di fronte alla perdita di uno strumento così importante per proteggere le forze dell’ordine e le famiglie del Nebraska».
Subito dopo il voto che ha sancito il successo del fronte anti “death penalty”, dalla balconata dell’Assemblea sono partiti degli applausi. I parenti delle vittime di omicidi, che in queste ultime settimane hanno spalleggiato il governatore nella sua battaglia per mantenere in vigore la pena, hanno protestato per la decisione presa dal parlamento. La senatrice Lydia Brasch ha sottolineato che la maggior parte dei cittadini dello Stato appoggiano la pena capitale: «Oggi facciamo qualcosa che trascende questo Stato e questa legislatura». Il senatore Ernie Chambers ha risposto subito alle affermazioni di Brasch, dicendo che «oggi abbiamo fatto qualcosa che ha a che fare con la dignità dell’essere umano».
The most beautiful thing I’ll see today. A 30-19 veto override that ends the death penalty in Nebraska. pic.twitter.com/cQtwCdQVdG
— John Wenz (@johnwenz) 27 Maggio 2015
«Quello che è successo in Nebraska è un microcosmo di una tendenza ormai stabile a livello nazionale», ha commentato Robert Dunham, executive director del “Death Penalty Information Center”, un’organizzazione non profit che si occupa di effettuare e divulgare studi relativi alla pena di morte. Secondo Dunham, l’evoluzione dell’opinione pubblica americana sta aprendo nuovi scenari. Il Nebraska è infatti il primo Stato a prevalenza repubblicana a cancellare la pena di morte da quando il North Dakota la abolì nel 1973.
Prima del Nebraska altri sei Stati, dal 2007, hanno abolito la pena capitale. Nel Maryland, in Connecticut, nell’Illinois, nel New Mexico e nel New Jersey sono state bloccate tutte le esecuzioni capitali in attesa di una sentenza della Corte Suprema, che deve decidere se la condanna capitale costituisce una “punizione crudele e inusuale”, quindi in contrasto con la Costituzione.