Google e otto giornali europei danno vita alla Digital News Initiative, una partnership che ha l’obiettivo di supportare il giornalismo di qualità attraverso la tecnologia. A questa iniziativa, aperta a tutti gli editori, partecipano anche organizzazioni che si occupano di giornalismo tra cui lo European Journalism Centre (EJC), il Global Editors Network (GEN), l’International News Media Association (INMA).
Dopo anni di contrapposizioni, che in alcuni casi hanno portato anche a decisioni clamorose come in Spagna, ora Google cambia strategia. Lavorando a stretto contatto con quel mondo, gli editori tradizionali, che troppo spesso sono stati avversari e non alleati nel percorso che porta a immaginare il giornalismo di domani.
Google e gli editori insieme per il futuro del giornalismo
Soprattutto il giornalismo di qualità, che in rete risente ancora di sistemi che non ne permettono la giusta valorizzazione e quindi l’arrivo a un pubblico potenzialmente più ampio, che possa quindi supportare anche economicamente il lavoro svolto da chi non si limita al “copia e incolla” o alle breaking news, ma approfondisce, elabora contenuti multimediali, crea storytelling e infografiche per produrre contenuti di qualità anche online.
Le recenti modifiche apportate all’algoritmo di Google certificano l’attenzione dell’azienda di Mountain View verso i lettori. Chi crea un sito web deve offrire agli utenti tutti gli strumenti necessari per visualizzare al meglio ogni contenuto, su mobile ma anche sui nuovi device indossabili come gli smartwatch.
La sfida passa anche per i social network. Sempre più internauti leggeranno gli articoli, visualizzeranno video o infografiche non passando per i siti di riferimento ma utilizzando canali alternativi come Facebook, Twitter, YouTube e Periscope. Bisognerà quindi dare vita a nuove idee per coinvolgere gli inserzionisti, cercando soluzioni alternative per dividere gli utili tra le piattaforme e gli editori.
Con l’avvio del progetto Digital News Initiative, a cui partecipano Les Echos (Francia), FAZ (Germania), The Financial Times (Regno Unito), The Guardian (Regno Unito), NRC Media (Paesi Bassi), El Pais (Spagna), Die Zeit (Germania) e La Stampa in rappresentanza del nostro Paese.
Carlo D’Asaro Biondo, Presidente Strategic Relationships dell’azienda per l’Europa, ha sottolineato il deciso cambio di rotta operato, ricordando come «Google abbia sempre cercato di aiutare il mondo dell’editoria, ma dobbiamo ammettere di aver fatto qualche errore», ha detto il manager durante la firma dell’accordo a Londra, invitando poi gli altri editori a partecipare. «Google – ha concluso – lavorerà fianco a fianco con le redazioni e le organizzazioni giornalistiche per sviluppare un modello più sostenibile per le news».
Mountain View ha inoltre messo a disposizione del progetto 150 milioni di euro da destinare in tre anni a iniziative di giornalismo digitale provenienti da tutta Europa e che si distingueranno per originalità, fattibilità e impatto sul futuro dell’informazione. Ci saranno anche tre centri di ricerca a Londra, Amburgo e Parigi e verranno organizzati corsi di formazione con l’European Journalism Centre, Inma, Gen, il Center for Investigative Reporting e Hacks/Hackers, un gruppo di giornalisti impegnati sul campo della tecnologia. L’utilizzo su larga scala di Internet, soprattutto oggi che la maggior parte del traffico arriva dai dispositivi mobili, sta cambiando le abitudini di chi si informa sul web. Gli editori devono adattarsi senza rinunciare alla qualità. Sembra che Google abbia deciso di dargli una mano. Finalmente.