Il derby della Mole, in un finale di stagione che continua a prolungarsi, si è dispiegato su due linee diverse, ma parallele.
In campo, la vittoria del Toro, che arriva dopo venti anni e che regala la prospettiva Europa e la sconfitta di una Juve provocata da un generale errore nella gestione del vantaggio, che ne ha partoriti tanti a livello tecnico e tattico.
Quella che per il Torino era un’ossesione, un tabù da sfatare, per la Juve rappresentava una delle tappe che ancora la dividono matematicamente dalla conquista del quarto scudetto consecutivo. Festa rimandata dunque, e ancora qualche spunto di riflessione.
Una sconfitta subita sicuramente in condizioni particolari, dettate dall’eccessivo turn over e dalle scorie della Champions League ancora presenti nello spogliatoio. Una doppia linea quella di questo derby che scorre lungo prodezze ed errori, lungo momenti appassionati ad alto ritmo, e momenti di vuoto assolutamente insensati. Troppi errori, figli della scarsa lucidità, disattenzioni che possono trovare giustificazione solo se pensiamo a un dosaggio di energie in vista semifinale, e solo se pensiamo ad una concentrazione tesa soprattutto al prossimo appuntamento europeo per cui sarà necessario conservare il massimo della forma.
si possono costruire nuovi stadi, ma per evitare che si ripetano fatti come quelli di torino bisogna andare verso una dimensione culturale diversa
Questo quello che ci piace sperare alla luce di quanto visto ieri, allontanando pensieri che riguardano una calante forma atletica e soprattutto evidenti limiti di organico. Anche se è necessario tenere il serbatoio pieno, non bisogna sottovalutare il fatto che partite come questa possono e devono servire a rodare meccanismi e a evidenziare lo stato di forma di determinati giocatori. Sicuramente i tre goal granata sono arrivati grazie ad altrettanti momenti di mollezza di alcuni giocatori bianconeri, e sicuramente anche la fortuna ci ha messo la sua mano ripagando con tre pali il risultato della gara di andata. Anche se la fortuna, come allora, c’entra ben poco, quando a firmare il vantaggio è la solita magia: unica sicurezza è il pieno recupero di Andrea Pirlo che con un goal e mezzo e diversi assist fa bene sperare. Oltre a essere sempre decisivo dal punto di vista della tecnica e della qualità, ha dimostrato di avere una buona condizione atletica.
In vista del secondo match point contro la Fiorentina è importante inoltre la gestione di Carlos Tevez, una macchina che ogni tanto è necessario tenere ai box, per vederla sprintare al meglio. Quello che si intuisce è che il discorso scudetto debba essere necessariamente chiuso prima del doppio scontro con il Real, più difficile a dirsi che a farsi perche mister Allegri sembra, per il momento, privilegiare il dosaggio delle risorse, anche se più che dare la colpa ai cambi, ultimamente si dovrebbe puntare l’attenzione sulla sbagliata lettura delle partite.
Le due linee di questo derby, quella vincente del Torino e quella meno efficace percorsa dalla Juventus, trovano un’unione o meglio vanno a scontrarsi contro quanto è successo al di fuori del campo, dove lo spettacolo finisce e nasce lo scempio. A dimostrazione del fatto che non si tratta semplicemente di riformare gli stadi, le regole, le vie di accesso. Si tratta di andare verso una dimensione culturale diversa. Chi dovrebbe dare l’esempio sono i giocatori, e i fatti di Bergamo hanno dimostrato che questo spesso non accade.
Il calcio ospita tutto: tecnica, agonismo, passione e spettacolo ma anche mediocrità, cattiveria, invidia e violenza. ll suo lato oscuro di cui dovrebbe sinceramente fare a meno.