Il nuovo corso del calcio tedesco passa inevitabilmente dalla qualità dei suoi interpreti, sia dentro che fuori dal campo. Non solo calciatori ma anche e soprattutto manager e tecnici preparati e “visionari”, che ormai da quindici anni hanno intrapreso un percorso di crescita globale che sembra non avere fine. Tutte queste qualità umani e professionali possono essere riassunte con un nome e un cognome: Max Eberl.
Il d.s. del Borussia Mönchengladbach è l’artefice principale della rinascita dei Fohlen, ormai una realtà consolidata come in passato. Capita così che insieme a “super” potenze economiche come Bayern Monaco, Wolfsburg, Borussia Dortmund e Schalke 04, sia tornata in auge anche un Borussia che corre lanciatissimo verso la qualificazione alla prossima Champions League e con il terzo posto solitario in Bundesliga. Per una grandissima del calcio europeo e tedesco degli anni ’70 (5 campionati tedeschi, 2 coppe di Germania, 2 coppe Uefa e una finale di Coppa dei Campioni persa dal 1970 al 1979) è tornato il momento di riprendersi quel pezzo di storia che merita. Non bastano solamente i soldi, ci vogliono anche idee. Non servono solo parole, bisogna fare i fatti. E’ così che nasce una generazione di “uomini vincenti” e proiettati al futuro, persone capaci di rialzare un intero movimento calcistico nazionale solamente con la forza del lavoro e della programmazione.
Ed è qui che entrano in gioco le idee e la preparazione di Max Eberl, direttore sportivo di 42 anni che con pochi fondi e molta strategia sta riportando i Fohlen nell’élite del calcio mondiale. A differenza del Bayern Monaco (530 milioni di euro di fatturato) il Borussia può contare “solo” su 130 milioni di ricavi all’anno, con la stagione scorsa che ha fatto registrare un utile di oltre 15 milioni di euro, record nella storia del club. Il merito è certamente di questo giovane ragazzotto di Bogen, terzino destro vecchia scuola cresciuto nelle giovanili del Bayern Monaco e affermatosi nel basso Reno in una delle “grandi” di Germania. Con lui alla guida della gestione tecnica il Borussia si è preso un posto di primo piano nell’attuale Bundesliga, passando per alti e bassi ma restando ancorata alla zona alta della classifica. E non importa se giocatori come Reus e Ter Stegen sono stati sacrificati sull’altare del bilancio, perché la bravura di un direttore sportivo è quello di sostituire i partenti con calciatori ancora più forti. La scorsa estate Eberl è stato semplicemente strepitoso riuscendo a non cedere nessuno dei suoi gioielli (Ter Stegen era già stato ceduto a gennaio) e acquistando tante valide ed emergenti alternative come Hahn, Traorè, Johnson, Hazard e il portiere rivelazione Sommer, che uniti ad un gruppo già qualitativamente elevato hanno consentito al tecnico Favre di condurre un campionato di alto livello. Nulla al Borussia è fatto per caso, perché Eberl rappresenta proprio quel prototipo di manager tedesco che pianifica e organizza qualsiasi aspetto della sua vita lavorativa. Così come vuole la nuova “scuola” tedesca, di cui Eberl rappresenta una delle punte di diamante.
Intervistato in Esclusiva della nostra redazione, Eberl ha raccontato il “suo” modo di vedere calcio con i suoi sogni per il futuro di un Borussia sempre più bello.
Lei è uno dei migliori manager sportivi tedeschi ad appena 42 anni. Ha imparato molto presto. E’ sempre stato il suo sogno?
“In realtà, avevo già interesse a lavorare come manager durante la mia carriera di giocatore. Quando sono stato nella squadra giovanile del Bayern Monaco ho avuto la fortuna di osservare brandi manager come Uli Hoeness che in quegli anni sviluppò il club in molti settori come merchandising o sponsor. Sulla base di questa esperienza, ho sempre pensato alla parte manageriale del calcio, pertanto è sempre stato più probabile che iniziassi una carriera come manager che come allenatore”.
In carriera conta 104 presenze in Bundesliga e 111 in Zweite Bundesliga
Quanto è grande il suo desiderio di portare il Borussia in Champions League? I vostri tifosi pensano di poter recuperare i fasti di un tempo?
“Attualmente l’atmosfera intorno al Borussia è estremamente euforica, merito della nostra squadra che sta funzionando molto bene. Ovviamente i nostri tifosi sono autorizzati a sognare la Champions League però spesso hanno dimostrato intelligenza e pazienza e soprattutto a non aspettarsi da noi cose non realistiche. La nostra squadra è attualmente in una posizione molto buona e daremo il nostro meglio per difendere il terzo posto fino alla fine della stagione. Ci sono ancora un sacco di partite difficili da giocare, ma sono ottimista sul fatto che siamo in grado di realizzare qualcosa di grande, se crediamo in noi stessi”.
Tra quanti anni si potrà tornare a lottare per il titolo?
“Dal mio punto di vista non è realistico pensare di poter vincere il campionato nel corso dei prossimi due anni. Il Bayern Monaco ha una delle migliori squadre del mondo e un vantaggio ancora ampio sul resto del campionato. Inoltre, le possibilità finanziarie di club come Schalke, Dortmund, Leverkusen o Wolfsburg sono attualmente più importanti delle nostre. E questo rende il compito ancora più difficile”.
Ancora brucia la sconfitta di Europa League?
“Ovviamente si, e’ stata una grande delusione uscire dall’Europa League in quanto è una competizione a cui il nostro club teneva tantissimo. Inoltre, ci sarebbe piaciuto condividere più serate magiche di Europa League con i nostri tifosi. La squadra a mio giudizio ha fatto molto bene in entrambe le partite contro il Siviglia ma purtroppo questa grande prestazione non è stata sufficiente per passare al turno successivo. Abbiamo già dimenticato tutto però, e siamo concentrati sulla Bundesliga”.
La sua squadra oltre a giocare bene, sembra composta da ragazzi fantastici sia dentro che fuori dal campo. E ‘questo il segreto del suo Borussia?
“La nostra squadra si comporta come un’unità omogenea. Questa è una delle ragioni della nostra stagione di successo e noi poniamo tantissima attenzione su questo aspetto. Quando si tratta di costruire una squadra di successo, è importante trovare giocatori per ogni posizione, con diversi punti di forza e con la mentalità giusta che si identifichi al 100% con il club”.
il colpo da record di Max Eberl: compra Reus a 800mila euro e dopo tre stagioni lo rivende a 18 milioni di euro
In questi anni da direttore sportivo, qual è stato il momento più bello e il più difficile della sua carriera?
“Il momento più difficile è stata sicuramente la stagione 2010/11. Eravamo all’ultimo posto in classifica e abbiamo dovuto lottare contro la minaccia di una retrocessione. Ma siamo stati bravi a reagire con successo e grazie a quella difficile stagione poi abbiamo potuto godere di un sacco di momenti positivi. La stagione seguente abbiamo terminato la stagione al 4 ° posto e con in questo modo ci siamo qualificati per i playoff di Champions League. Ascoltare l’inno Champions League nel nostro stadio, è stato un momento molto speciale per me”.
Lo scorso anno, sotto la sua gestione, il Borussia M’gladbach ha fatto registrare un utile netto di 15,3 milioni di euro, record della propria storia
Dove era il 13 luglio 2014?
“Sono stato a casa per vedere la finale di Coppa del Mondo con gli amici. Il giorno dopo dovevamo partire per il ritiro estivo in Austria con il Borussia”.
Che cosa ha detto a Kramer dopo la finale a Rio?
“Prima di tutto mi sono congratulato con lui per la vittoria della Coppa del Mondo. E’ migliorato incredibilmente come giocatore durante la sua prima stagione al Borussia e questo grande sviluppo lo ha portato alla finale di Rio. Il fatto che abbia fatto parte della squadra tedesca giocando persino una finale, è un onore per Christoph e per il nostro club. Quando tornò dal Brasile iniziò a prepararsi per la prossima campagna di Bundesliga e lui ci disse che, nel prossimo campionato, tutti lo avrebbero trattato in modo diverso come un campione di Coppa del Mondo”.
Che cosa ha significato per la Germania vincere la Coppa del Mondo?
“Vincere la Coppa del Mondo ha significato molto per il calcio tedesco. Ad esempio, è aumentato molto l’interesse internazionale per la Bundesliga, e questo è un bene per tutti i club. Il fatto che giocatori come Marco Reus decidano di rimanere qui e superstar come Xabi Alonso arrivino in Germania, è la dimostrazione di quello che le dicevo prima”.
L’anno scorso ha vinto il premio FIFA come miglior allenatore dell’anno Jupp Heynckes, mentre in questa stagione hanno trionfato Loew e Kellermann. Qual è il segreto di questa nuova scuola di allenatori in Germania?
“E’ difficile definire quale sia il segreto di allenatori tedeschi. In questo caso preciso credo che Jupp Heynckes e Joachim Löw siano riusciti nel miglior modo possibile a vincere dei titoli importanti con le loro squadre. Pertanto non è una sorpresa che abbiano vinto il premio”.
Calcio tedesco è diventato un modello per il mondo intero. Avrebbe mai pensato che un giorno potesse accadere?
“Sicuramente ognuno di noi ha sempre pensato che il calcio tedesco potesse svilupparsi in questo modo positivo. Non si poteva prevedere assolutamente però, che questo sarebbe accaduto. Dopo il deludente Euro 2000 i leader del calcio tedesco hanno preso le decisioni giuste e di conseguenza hanno lavorato sul sostegno e lo sviluppo di giovani talenti. I club però non devono accontentarsi di questo. E ‘importante continuare il nostro percorso di crescita per assicurare a Joachim Löw altre valide alternative per la nazionale tedesca”.
Se arrivasse una chiamata dall’Italia, con un progetto serio, verrebbe a lavorare in Serie A?
“Non credo di poter lavorare per un altro club. Non riesco a immaginare di lasciare il Borussia in un futuro prossimo perché voglio continuare a lavorare sul mio progetto di crescita. Il Borussia è il club ideale per me perché si tratta di un club con tifosi straordinari, con una buona infrastruttura con buone possibilità finanziarie e con una squadra giovanile straordinaria che è un aspetto a cui ho attribuito sempre tantissima importanza”.
Quali squadre segue in Serie A?
“Durante i tempi dei loro successi ho intensamente seguito Inter e Milan. Queste sono due squadre che hanno ancora un grande impatto su di me”.
Le chiedo una previsione. Quale saranno le prime quattro in Bundesliga e in Serie A in questa stagione?
“Di solito non mi piace fare previsioni ma credo credo che il Bayern Monaco e Juventus saranno i campioni nei loro campionati. Anche se questo non era difficile da indovinare”.