Le indiscrezioni trapelate i giorni scorsi su nuove sanzioni dell’Antitrust a discapito di Google si sono trasformare in realtà. A 5 anni di distanza dall’inizio delle indagini, l’Antitrust UE ha inviato al colosso del web americano due statement of objection per il motore di ricerca ed il sistema operativo Android. Google ha ora dieci mesi di tempo per fornire all’Antitrust il materiale richiesto per accertare i fatti. In caso contrario, l’azienda rischia una multa davvero salata.
L’antitrust si è soffermato su due particolari aspetti dei prodotti Google: nel primo statement of objection, viene messo in discussione l’algoritmo della sezione “shopping” del motore di ricerca, indicando come questo possa favorire prodotti dell’azienda a discapito di altri migliori. Tutto ciò si ripercuote nell’utente finale come una “limitazione”, non essendo in grado di visualizzare i reali prodotti migliori bensì quelli che l’azienda ritiene tali. Ad oggi, l’Antitrust si è soffermato solo su questa sezione, ma l’indagine potrebbe espandersi anche alle sezione dedicate a mappe e viaggi.
Il secondo statement of objection riguarda invece Android, il sistema operativo dell’azienda. Secondo Bruxelles, Google potrebbe aver abusato della sua forte presenza nel settore per concludere accordi anti-concorrenziali. Vestager Margrethe, commissaria UE ha detto: “Voglio essere certa che i mercati di questo settore possano svilupparsi senza alcuna restrizione”.
Che cosa rischia Google? L’azienda di Mountain View ha a disposizione fino a 10 mesi di tempo per fornire alla comunità europea la documentazione necessaria per evitare sanzioni. Se ciò non avvenisse, l’esecutivo europeo applicherà una sanzione pari al 10% del fatturato dell’azienda, ovvero circa sei miliardi di euro.
Google non è rimasta in silenzio. Tramite il suo blog ha pubblicato due nuovi post a riguardo: il primo, firmato dal vicepresidente Amit Singhal, smentisce le accuse dell’antitrust riguardo la sezione “shopping” del motore di ricerca, affermando che non ha danneggiato alcun concorrente. Nel secondo post, invece, il vicepresidente Hiroshi Lockheimer ha spiegato come Android possa essere utilizzato anche senza i servizi Google.