E’ morto oggi a a Montevideo Eduardo Galeano. Lo scrittore uruguaiano, 74 anni, era ricoverato da una settimana in un ospedale della capitale uruguaiana. Se ne è andato per colpa di un cancro ai polmoni con il quale lottava da molti anni. È stata una delle personalità più autorevoli e stimate della letteratura latinoamericana. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue e combinano documentazione, narrazione, giornalismo, analisi politica e storia, sebbene l’autore stesso non si riconoscesse quale storico. Tra i testi da ricordare Le vene aperte dell’America Latina (1971), Memoria del fuoco (1982) e Splendori e miserie del gioco del calcio (1997).
i suoi libri sono stati tradotti in oltre 20 lingue
Galeano era nato in una famiglia cattolica della classe media. Da giovane fece svariati lavori: operaio, pittore di insegne, messaggero, dattilografo, cassiere di banca. All’età di 14 anni vendette il suo primo fumetto politico al settimanale del Partito Socialista dell’Uruguay, El Sol. Cominciò la carriera di giornalista all’inizio degli anni sessanta come direttore di Marcha, un influente settimanale a cui collaboravano Mario Vargas Llosa, Mario Benedetti, Manuel Maldonado Denis e Roberto Fernández Retamar.
Galeano era un grande appassionato di calcio
Per due anni diresse il quotidiano Época e lavorò come redattore capo di una University Press. Nel 1973, con un colpo di Stato i militari presero il potere in Uruguay; Galeano fu imprigionato e successivamente costretto a fuggire. Si stabilì in Argentina dove fondò la rivista culturale Crisis. Nel 1976, quando il regime di Videla prese il potere in Argentina con un sanguinoso colpo di Stato, il suo nome fu aggiunto alla lista dei condannati dagli “squadroni della morte”; fuggì nuovamente questa volta in Spagna, dove scrisse la famosa trilogia Memoria del fuoco (Memoria del Fuego). All’inizio del 1985 Galeano tornò a Montevideodove ha vissuto fino alla fine dei suoi giorni.