Arrestato dopo una fuga di un’ora e mezza a Vimercate dai carabinieri della compagnia di Monza, mentre era in fuga a bordo di una moto. L’uomo ha ucciso tre persone questa mattina in un’aula di Palazzo di Giustizia di Milano.
A sparare Claudio Giardiello, 57 anni, immobiliarista originario di Benevento, imputato per bancarotta fraudolenta. L’uomo avrebbe perso la testa e cominciato a fare fuoco dopo che il proprio difensore, Lorenzo Alberto Claris Appiani (37 anni), ha rinunciato al mandato. La seconda vittima è Giorgio Erba, che sarebbe un coimputato di Giardiello. Ferito anche Davide Limongelli, socio di Giardiello nella società «Magenta Immobiliare» di Milano, presente in aula a sua volta come coimputato.
La terza, invece, è Fernando Ciampi, che sarebbe stato però colpito nella sua stanza al secondo piano del palazzo di Giustizia. Non è chiaro che tra le vittime vi sia anche una quarta persona. Resta da stabilire se l’uomo abbia afferrato un’arma oppure l’abbia portata dall’esterno riuscendo a ingannare i controlli che ci sono in tutti gli ingressi del palazzo di giustizia. Subito dopo è partita la caccia all’uomo in fuga e il palazzo è stato evacuato: in molti erano già fuggiti e le forze dell’ordine hanno invitato tutti gli altri presenti ad uscire. Centinaia di persone si sono riversate sulla strada davanti alle diverse uscite del tribunale.
I feriti. «Non vi preoccupate, sto bene»: è quanto ha detto a chi lo ha contattato al telefono Stefano Verna, dottore commercialista dello studio Verna, ferito a una coscia nell’aula del palazzo di giustizia dove era presente in qualità di testimone. L’uomo che ha sparato nell’aula, Claudio Giardiello, era stato infatti cliente dello studio Verna.
I testimoni degli spari. «Ci siamo asserragliati nell’aula, appena sentiti gli spari»: lo racconta l’avvocato Roberto Faletti, che era in udienza in un’aula accanto a quella dove l’omicida ha sparato. «I carabinieri ci hanno detto di restare chiusi nell’aula e di non muoverci – ha aggiunto – eravamo in sette, compresi il giudice e il pm».